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Adolescente arriva in ospedale con dolori lancinanti: aveva ingoiato 21 magneti (senza ricordarlo)

Medici statunitensi hanno descritto il delicato caso di un ragazzino che ha ingoiato numerosi magneti al neodimio, responsabili di crampi dolorosi e pericolosissime ulcere e putrefazioni nel suo apparato digerente. L’adolescente non ricordava di averli ingeriti.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Maksimyan/BMJ Case Reports
Credit: Maksimyan/BMJ Case Reports

Un adolescente si è presentato al pronto soccorso con crampi addominali dolorosissimi e, dopo essere stato sottoposto agli esami di rito, i medici hanno fatto una scoperta sconcertante: nel suo stomaco e nell'intestino erano presenti alcune pile di oggetti metallici con un diametro di una decina di millimetri. Ma non era finita lì. Dopo aver rimosso con successo i primi magneti, ulteriori scansioni addominali eseguite nei giorni successivi hanno evidenziato la presenza di altri di questi oggetti luccicanti nell'intestino crasso. In tutto i medici hanno rimosso dal corpo del ragazzino ben 21 potenti magneti al neodimio.

Recentemente questi magneti sono finiti nel mirino di un altro gruppo di ricerca; i medici del Children's Hospital dell'Università della California di Davis guidati dalla professoressa Minna Wieck, infatti, dopo aver analizzato numerosi casi di ingestione tra bambini e adolescenti sono giunti alla conclusione che questi oggetti non sono affatto sicuri per i più “piccoli”, nemmeno sotto lo stretto controllo da parte dei genitori. Pertanto l'unico modo per proteggere i propri figli da questi oggetti è toglierli di mezzo. "Non importa quale sia il background socioeconomico o razziale del bambino, se viene osservato o se gli adulti che lo supervisionano sanno che i magneti sono pericolosi: i bambini riescono comunque a mangiarli e molti di loro necessitano di un intervento chirurgico per riparare il danno interno causato dai magneti", aveva affermato la professoressa Wieck in un comunicato stampa.

A descrivere il nuovo case report dell'adolescente con 21 magneti al neodimio nell'apparato digerente è stato un team di medici statunitensi del Lake Erie College of Osteopathic Medicine di Elmira (Stato di New Yor), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Gastroenterologia del Sistema sanitario Guthrie. Gli specialisti, coordinati dalla professoressa Simona Maksimyan del college di Medicina, hanno rimosso i primi magneti dallo stomaco del ragazzino con una lunga pinza e una retina medica. Come evidenziato dalle immagini, la piccola pila composta da alcuni magneti doveva essere nel suo stomaco da diverso tempo, dato che avevano dato vita a una dolorosa ulcera. Ma erano presenti altre pile anche nell'intestino, sia nell'ileo distale e che nella regione della valvola del colon ascendente/ileocecale, come specificato nell'abstract dello studio. Pur essendo stato possibile rimuoverne alcune attraverso una semplice procedura di colonscopia, per altre pile si è reso necessario un intervento chirurgico. I magneti si erano infatti congiunti e avevano iniziato a perforare la parete dell'intestino, anche a causa delle proprietà caustiche, facendo emergere i primi segni di putrefazione dei tessuti. Una condizione potenzialmente mortale a causa della fuoriuscita del materiale fecale dall'intestino e del concreto rischio di sepsi.

Credit: Maksimyan/BMJ Case Reports
Credit: Maksimyan/BMJ Case Reports

Fortunatamente, come spiegato dalla professoressa Maksimyan e dai colleghi, una potente terapia antibiotica e la completa rimozione dei corpi estranei hanno permesso al ragazzo di riprendersi e superare i dolorosi sintomi. Ciò che lascia sconcertati da questa storia risiede nel fatto che l'adolescente non ricordava assolutamente di aver ingoiato i magneti. Non si esclude che possa averlo fatto da sonnambulo o a causa di una condizione psichiatrica sottostante; esistono infatti diversi disturbi mentali che spingono a ingurgitare oggetti di varia natura.

Ciò che è certo è che questi piccoli magneti non rappresentano un rischio solo per i bambini – spinti a mettere in bocca di tutto durante lo sviluppo – ma anche nella tarda infanzia / adolescenza. Non a caso gli autori dello studio hanno spiegato che questo case report può essere d'aiuto alla comunità medica. “La gestione di un’ingestione non nota di magneti multipli nella popolazione pediatrica più anziana non è ben documentata e questo caso può fornire informazioni uniche per la gestione di casi simili”, hanno chiosato Maksimyan e colleghi. L'articolo “Clinical course and management of an unknown multiple-magnet ingestion in a teenage male” è stato pubblicato sull'autorevole rivista scientifica BMJ Case Reports.

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