Addio PFAS? Nuovo metodo ne elimina il 95% dall’acqua in soli 45 minuti
Gli scienziati hanno sviluppato un metodo rivoluzionario a basso costo e rapido per eliminare dall'acqua le PFAS o sostanze perfluoroalchiliche, i famigerati “composti chimici per sempre”, così chiamati a causa della persistenza nell'ambiente. Si tratta di sostanze altamente inquinanti note come interferenti / perturbatori endocrini, che diversi studi hanno associato a molteplici problemi di salute. Tra essi infertilità, nascita di bimbi sottopeso, problemi nello sviluppo, ipertensione in gravidanza, colite ulcerosa, diabete e vari tipi di tumori (al fegato, alla tiroide, ai reni, ai testicoli etc etc). Si tratta di composti “onnipresenti” utilizzati in molteplici prodotti di uso comune, dai rivestimenti antiaderenti delle padelle alle schiume antincendio, passando per tessuti, vernici, materiali tecnici e moltissimo altro ancora. Il problema dell'inquinamento da PFAS è molto sentito anche in Italia, dato che in alcuni territori sono stati riscontrati livelli elevati nell'acqua. Poter disporre di una tecnologia in grado di distruggere questi composti a basso costo, rapidamente e senza avere prodotti di scarto dannosi è considerato dunque un importantissimo traguardo scientifico.
A mettere a punto il nuovo metodo, basato su luce ultravioletta e idrogeno gassoso, è stato un team di ricerca americano composto da scienziati del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Ambientale e del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università della California di Riverside. I ricercatori, coordinati dal professor Haizhou Liu, hanno sviluppato la nuova tecnica a partire da quella degli elettroni idratati, nota per essere efficace contro le PFAS. Ma questo metodo è solitamente lento, costoso dal punto di vista energetico e responsabile della generazione di sottoprodotti indesiderati. Per migliorarlo l'hanno combinato con i raggi ultravioletti ad alta energia e a corta lunghezza d'onda. In parole semplici, hanno innanzitutto sottoposto l'acqua contaminata da PFAS a idrogeno gassoso (H2) per ionizzare le molecole d'acqua, generando i sopraccitati elettroni idratati che vanno a reagire con i forti legami dei composti chimici. Grazie all'esposizione alla luce ultravioletta il processo viene accelerato sensibilmente e non si liberano sottoprodotti dannosi.
Durante i test condotti con piccole concentrazioni di acqua contaminata, il professor Liu e colleghi sono riusciti a eliminare il 95 percento delle PFAS in 45 minuti e il 97 percento entro la fine dell'esperimento. Come sottolineato dai ricercatori si tratta di un ottimo risultato, ma la tecnica deve essere perfezionata perché anche una piccola percentuale di PFAS può essere dannosa per l'ambiente e la salute. “La stiamo ottimizzando cercando di rendere questa tecnologia versatile per un'ampia gamma di fonti di acqua contaminate da PFAS”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Liu. “La tecnologia ha mostrato risultati molto promettenti nella distruzione delle PFAS sia nell'acqua potabile che in diversi tipi di acque reflue industriali”, ha chiosato l'esperto.
A settembre un gruppo di ricerca dell’Università della California a Los Angeles e della Northwestern University di Evanston aveva dimostrato di poter eliminare le PFAS dall'acqua potabile aumentandone la temperatura (fino a 120° C) e trattandola con solventi a basso costo come il dimetilsolfossido, con il rilascio di sottoprodotti come il fluoruro, l'anidride carbonica e l'acido formico. I dettagli della nuova ricerca “Hydrogen-polarized vacuum ultraviolet photolysis system for enhanced destruction of perfluoroalkyl substances” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Hazardous Materials Letters.