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Addio all’orca Kohana, morta in una vasca a soli 20 anni: ora è finalmente libera

L’orca Kohana è morta “improvvisamente” presso il Loro Parque di Tenerife. Aveva solo 20 anni, tutti trascorsi in una vasca per colpa della nostra avidità.
A cura di Andrea Centini
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Una femmina di orca salta in un delfinario. La pinna dorsale piegata è un chiaro sintomo di stress. Credit: pixabay
Una femmina di orca salta in un delfinario. La pinna dorsale piegata è un chiaro sintomo di stress. Credit: pixabay

Un'altra orca è prematuramente scomparsa all'interno di un parco acquatico, allungando lo sterminato elenco di cetacei morti in cattività. A perdere la vita a soli 20 anni, 4 mesi e 11 giorni è stata l'orca Kohana, che ha vissuto la sua intera – e brevissima – esistenza nelle mani avide degli uomini. Nacque infatti al Sea World di San Diego (Stati Uniti) nel 2002, per poi essere trasferita meno di quattro anni dopo presso il Loro Parque di Puerto de la Cruz sull'isola di Tenerife (Spagna), dopo un lungo viaggio attraverso l'Oceano Atlantico. La struttura è sia uno zoo che un parco marino ed è balzata agli onori della cronaca internazionale più volte, proprio per i decessi delle orche; Kohana è infatti la terza a perdere la vita al suo interno in soli 19 mesi. Tra le vittime figura anche la piccola Ula di appena 3 anni, figlia di Morgan, un'altra orca imprigionata al Loro Parque.

L'intera esistenza di Kohana è stata colma di lutti, sofferenze e privazioni, come del resto lo è quella di tutti i mammiferi marini condannati alla prigionia, trasformati in pagliacci tristi e senza dignità per esibirsi innanzi al pubblico pagante. Come raccontato dal Dolphin Project, l'orca nacque nel parco acquatico Sea World di San Diego, catena finita al centro del drammatico film documentario “Black Fish”. Era figlia di Takara, nata anch'essa in cattività, e del celebre Tilikum, catturato nel 1983 in Islanda e trasferito prima in Canada e poi al Sea World di Orlando, dove è stato coinvolto nella morte di tre persone. Tilikum morì nel 2017 dopo decenni di tormento, diventando l'emblema dei devastanti traumi psicologici e fisici che le orche subiscono rinchiuse in una vasca. Basti pensare che le orche, fondamentalmente grossi delfini, in natura non hanno mai attaccato una sola volta un essere umano, mentre sono molteplici le aggressioni mortali in cattività, figlie dell'aggressività accumulata durante la prigionia. Tilikum non ha comunque mai visto né Takara né Kohana, dato che quest'ultima è nata attraverso l'inseminazione artificiale della madre.

Kohana fu separata da Takara a poco più di 3 anni – un'altra tortura, tenendo presente che le orche possono vivere con la madre tutta la loro vita – per essere trasferita al Loro Parque assieme ad altre tre orche, tutte imparentate fra loro in qualche modo. Fra esse c'era anche lo zio Keto, con il cui seme fu messa incinta due volte. Come Tilikum, anche Keto è stato coinvolto nella morte di un addestratore, ucciso nel dicembre del 2009. Il primo figlio di Kohana, Adan, nato nel 2010, le fu subito strappato dagli addestratori per costringerlo a vivere sotto i comandi degli uomini; lo stesso destino toccò a sua figlia Victoria, nata nel 2012 e morta nel 2013 prima di compiere un anno. Kohana fu messa incinta la prima volta a soli 7 anni; ciò l'ha resa l'orca più precoce in cattività. Tra una gravidanza e l'altra in natura di solito trascorrono diversi anni, proprio perché le cure parentali sono prolungate e l'accudimento dei figli è impegnativo. Ma a soli 4 mesi dalla nascita di Adan, Kohana fu nuovamente ingravidata col seme di Keto dallo staff del Loro Parque. Suo figlio è ancora vivo ma soffre di problemi ai denti “estesi e cronici”, come indicato dalla Free Morgan Foundation, un'organizzazione impegnata per la liberazione di Morgan, l'ultima orca femmina rimasta nel parco di Tenerife. Nel 2019 fu protagonista di un drammatico video in cui la si vede mentre prova a raggiungere disperatamente sua figlia Ula, trasferita in un'altra vasca.

Il Loro Parque ha annunciato la scomparsa di Kohana in un comunicato stampa, nel quale è stata sottolineata “profonda tristezza” per la perdita improvvisa dell'orca. Non è chiaro come e perché sia morta, una consuetudine per i cetacei in cattività. Ciò che è certo è che in natura le orche possono vivere fino a 90 anni, mentre quelle imprigionate nei delfinari superano raramente i 20 anni di vita. Su 174 orche morte in cattività di cui è nota la storia, solo in 18 hanno superato i 20 anni, come specificato dalla Free Morgan Foundation.

Kohana è stata l'ennesima vittima di un sistema brutale che annienta l'esistenza di questi maestosi cetacei per mero, spietato profitto. Gli appelli per far chiudere definitivamente queste attività si moltiplicano anno dopo anno e passi in avanti significativi sono stati fatti dopo la pubblicazione di Blackfish; la speranza è che si possa arrivare alla liberazione in santuari marini protetti di tutti i mammiferi marini ancora tenuti prigionieri per il pubblico ludibrio, come avvenuto per i beluga Little Grey e Little White.

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