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Addio a TK Mattingly, l’astronauta che salvò l’equipaggio dell’Apollo 13: lo interpretò Gary Sinise

Si è spento a 87 anni TK Mattingly, astronauta della NASA che diede un contributo fondamentale per riportare a casa i colleghi dell’Apollo 13, rimasti coinvolti nel disastroso incidente legato alla frase “Houston, abbiamo un problema”. Nel film di Ron Howard dedicato a questa odissea spaziale fu interpretato da Gary Sinise.
A cura di Andrea Centini
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A sinistra l'astronauta TK Mattingly, a destra Gary Sinise, l'attore che lo interpretò nel film Apollo 13. Credit: NASA
A sinistra l'astronauta TK Mattingly, a destra Gary Sinise, l'attore che lo interpretò nel film Apollo 13. Credit: NASA

Il 31 ottobre 2023 è morto all'età di 87 anni Thomas Kenneth “Ken” Mattingly, astronauta della NASA che ebbe un ruolo fondamentale nel programma Apollo, quello che oltre mezzo secolo fa portò i primi uomini sulla Luna. TK, come era conosciuto da amici e colleghi, non mise mai piede sulla regolite lunare, tuttavia nell'aprile 1972 orbitò attorno al satellite della Terra con il ruolo di pilota del modulo di comando dell'Apollo 16. Ma la sua lunga storia nell'agenzia aerospaziale statunitense è ricordata soprattutto per il preziosissimo contributo nel salvare l'equipaggio dell'Apollo 13, la sfortunata missione indissolubilmente legata alla celeberrima frase “Houston, abbiamo un problema”.

Il dramma dell'Apollo 13 è stato raccontato nell'omonimo blockbuster hollywoodiano del 1995 diretto da Ron Howard, con un cast stellare composto da Tom Hanks, Kevin Bacon, Ed Harris, Gary Sinise e altri. Proprio a Sinise spettò il ruolo di interpretare Mattingly, che ebbe l'onore di conoscere personalmente sul set del film (e che non ha mai smesso di omaggiare e ringraziare con post sui social network). L'astronauta deceduto nei giorni scorsi a Cincinnati doveva far parte dell'equipaggio dell'Apollo 13, tuttavia, a causa del rischio di esposizione alla rosolia e dunque di ammalarsi durante il viaggio – il pilota di riserva del modulo lunare Charles Duke era stato esposto – la NASA decise di sostituirlo all'ultimo col collega John “Jack” Swigert, interpretato da Bacon nel film. Questo avvicendamento, probabilmente, fu una fortuna per l'equipaggio dell'Apollo 13, che dovette effettuare un rocambolesco ritorno sulla Terra – prima dell'allunaggio – a causa di un'esplosione nel modulo di servizio. Mattingly, infatti, da terra contribuì in modo sostanziale al salvataggio dei colleghi.

L'astronauta, che era espertissimo del modulo di comando, una volta avvisato si recò di corsa al centro della NASA per supportare il team impegnato nella complicata operazione di salvataggio a distanza. Durante il volo di rientro era fondamentale risparmiare energia, ossigeno e altre risorse, così come accendere i motori al momento giusto per cogliere le traiettorie corrette ed evitare altri problemi. Alla fine, grazie al contributo di Mattingly e di altri esperti, si riuscì nell'impresa di mantenere in vita i tre astronauti a bordo (Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert) e permetterne il ritorno a casa sulla Terra. Si è trattato di una delle missioni di salvataggio più emozionanti, complesse e drammatiche della storia, ben raccontata nel film di Howard.

La scomparsa di Mattingly rappresenta una perdita enorme per la NASA e l'esplorazione spaziale, trattandosi di uno dei coraggiosi pionieri che hanno permesso all'umanità di raggiungere la Luna, prossima alla riconquista grazie al Programma Artemis (nel 2025 dovrebbero allunare la prima donna e la prima persona nera della storia). L'astronauta iniziò la sua carriera come pilota della Marina (US Navy) ed entrò a far parte dell'agenzia aerospaziale nel 1966. Oltre ad aver partecipato all'Apollo 16 nel 1972 è stato impiegato anche in due missioni sullo Space Shuttle, come ricordato dalla NASA in un messaggio di addio. “La sua impareggiabile abilità di pilota ci ha aiutato quando ha assunto il ruolo di pilota del modulo di comando dell’Apollo 16 e di comandante della navicella spaziale per le missioni dello Space Shuttle STS-4 e STS 51-C. L'impegno per l'innovazione e la resilienza hanno reso TK una figura eccezionale per incarnare la nostra missione e la nostra nazione. Forse il suo ruolo più drammatico alla NASA è stato dopo l’esposizione alla rosolia poco prima del lancio dell’Apollo 13. Rimase indietro e prese decisioni chiave in tempo reale per riportare a casa con successo la navicella spaziale danneggiata e l’equipaggio dell’Apollo 13”.

A ricordarlo sui social anche il suo amico e collega Buzz Aldrin, secondo uomo a mettere piede sulla regolite lunare durante l'Apollo 11. “La morte del mio buon amico, collega ed eroe americano TK Mattingly è una triste notizia – per la sua famiglia, gli amici, lo spazio e la comunità degli astronauti e per l'America. Era un grande pilota collaudatore, un veterano della Marina, un fuoriclasse e un brav'uomo. Lo ricorderò sempre per la sua naturale capacità di gestire un immenso grado di responsabilità sotto pressione senza innervosirsi – un raro professionista. Ci mancherà davvero tanto. Riposa in pace, Ken”.

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