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Addio a Giampalo Giuliani, ricercatore che studiò la previsione dei terremoti

È morto a L’Aquila Giampaolo Giuliani, ex tecnico noto per i suoi studi sui precursori sismici. Il suo nome è legato al terremoto che colpì l’Abruzzo nel 2009.
A cura di Andrea Centini
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Giampaolo Giuliani. Credit: Fondazione Giuliani/Facebook
Giampaolo Giuliani. Credit: Fondazione Giuliani/Facebook

Si è spento a L'Aquila all'età di 75 anni Giampaolo Giuliani, ex tecnico dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario balzato agli onori della cronaca nazionale per i suoi studi sui precursori dei terremoti, nello specifico il radon. Il nome di Giuliani, scomparso dopo una breve malattia, è indissolubilmente legato ai tragici eventi del terremoto che colpì il capoluogo abruzzese il 6 aprile del 2009, provocando 309 vittime, 1.600 feriti e una stima di 10 miliardi di Euro di danni. Lo studioso, infatti, asserì che le sue apparecchiature rilevarono un incremento significativo di radon in associazione a uno sciame sismico, un segnale premonitore della potente scossa di terremoto.

Giuliani all'epoca non diffuse alcun appello – ma mise al sicuro la sua famiglia – poiché appena la settimana prima aveva previsto una forte scossa di terremoto a Sulmona e lanciò l'allarme. Ma il sisma non si verificò. Per quell'evento ricevette un avviso di garanzia per procurato allarme, ma successivamente venne prosciolto dall'accusa dal giudice per le indagini preliminari. Tale rischio, secondo il GIP, non era infatti del tutto inesistente, in virtù dell'associazione rilevata in precedenti eventi sismici con l'aumento dei livelli di radon rilasciato dalla crosta terrestre. Per via delle sue ricerche e "intuizioni" Giuliani – un tecnico non laureato – si è scontrato più volte con la comunità scientifica.

Iniziò a studiare i precursori dei terremoti assieme ad alcuni collaboratori all'inizio del nuovo millennio, a seguito di un terremoto verificatosi in Turchia nel 1999. Il suo lavoro lo portò a realizzare un personale rilevatore di radon. Alla fine di ottobre 2002 attraverso il suo strumento rilevò un aumento significativo del gas nobile radioattivo e allertò la Protezione Civile abruzzese su una possibile, forte scossa di terremoto, ma non seppe dare indicazioni sulla posizione a causa del fatto che aveva un solo rilevatore (come indicato da Giuliani stesso). Il 31 ottobre una fortissima scossa di terremoto colpì il Molise, provocando 30 vittime. Da allora ricevette finanziamenti privati per sviluppare una sua rete di monitoraggio con la presunta capacità di "prevedere i terremoti", ma il suo progetto non ottenne l'approvazione della Protezione Civile e fu malvisto anche dagli esperti di geofisica.

A seguito del sisma de L'Aquila del 6 aprile Giuliani si scagliò apertamente contro la comunità scientifica e ne nacque un aspro dibattito sulla capacità di prevedere effettivamente i terremoti. Giuliani, tuttavia, non pubblicò mai articoli su riviste scientifiche a sostegno delle proprie indagini. Ad oggi gli esperti di terremoti sono compatti nell'affermare che non esiste alcun metodo efficace per prevedere questi eventi, mentre sul radon c'è ampio scetticismo sul fatto che possa essere considerato un precursore efficace (nonostante siano emerse associazioni in determinati eventi). Le teorie di Giuliani furono duramente criticate anche da scienziati di livello internazionale e un articolo dedicato alla questione finì sull'autorevole rivista Science. Dagli eventi del terremoto in Abruzzo Giuliani ha continuato i suoi studi con genuina passione e curiosità. “Un uomo straordinario, che alla ricerca sui precursori sismici ha dato tantissimo, un uomo generoso, caparbio, legatissimo alla famiglia e per il quale la parola ‘amicizia' ha un grande valore”, con queste parole è stato salutato dalla fondazione che porta il suo nome.

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