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Cambiamenti climatici

Ad aprile temperatura record nel Mediterraneo, +3°C rispetto alla media storica: quali sono i rischi

Il Mar Mediterraneo “bolle”. I satelliti della missione Copernicus hanno registrato una temperatura record, più elevata di 3°C rispetto alla media storica. Cosa sta succedendo e quali sono i rischi.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Copernicus
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Il 10 aprile la temperatura superficiale del Mar Mediterraneo e quella dell'Oceano Atlantico orientale hanno raggiunto un nuovo, drammatico record: +3° Celsius rispetto alla media del periodo di riferimento. Da quando vengono effettuate rilevazioni satellitari mai il Mare Nostrum e le acque oceaniche che ‘accarezzano' Spagna e Portogallo avevano raggiunto una simile temperatura in questo periodo dell'anno. Ad annunciarlo con un “cinguettio” su Twitter il servizio di monitoraggio dell'ambiente marino (CMEMS) di Copernicus, la missione cogestita dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla Commissione Europea. I dati sono stati raccolti attraverso la rete di satelliti Sentinel.

I valori “locali” non devono stupire, essendo perfettamente in linea con le preoccupanti anomalie globali registrate dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) per questo mese. La temperatura superficiale media di tutti i mari e gli oceani, infatti, ha raggiunto il clamoroso primato di 21,1° Celsius tra il 1 e il 6 aprile, come evidenziato dalla mappa dinamica messa a punto dal Maine Climate Office – Climate Change Institute dell'Università del Maine. All'inizio di aprile del 2016 (precedente record) era stata di 21° C; nel 2020 di 20,9° C; nel 2022 di 20,08° C; nel 2013 20,6° C; nel 2000 20,4° C; nel 1989 20,1° C. C'è dunque un chiaro ed evidente trend nell'aumento della temperatura media dei bacini della Terra, costante e progressivo.

Balzi di 0,1 o 0,2° C potrebbero sembrare piccoli, ma in realtà per cambiare la temperatura media di masse d'acqua così gigantesche serve un accumulo di calore / energia immenso. È il risultato del riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici innescati dalle attività umane: è infatti stato confermato da più studi che sono le emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di altri gas a effetto serra – come il metano – a determinare l'aumento delle temperature, in questo momento circa 1,2° C rispetto all'epoca preindustriale. La soglia critica di 1,5° C, oltre la quale le conseguenze dei cambiamenti climatici saranno catastrofiche e irreversibili, è sempre più vicina e, probabilmente, non riusciremo a evitarne il superamento anche se dovessimo iniziare a tagliare in modo netto e drastico le emissioni. Resta comunque di vitale importanza riuscire a contenere il più possibile tale aumento, abbandonando i combustibili fossili e virando verso le fonti rinnovabili. I cambiamenti climatici sono del resto una minaccia esistenziale per l'umanità.

Credit: Università del Maine
Credit: Università del Maine

Il valore anomalo delle temperature superficiali di mari e oceani è collegato anche a un altro fattore, ovvero la fine dell'effetto protettivo de “La Nina”, un fenomeno oceanico e atmosferico che determina un raffreddamento dell'acqua in una vasta area tropicale dell'Oceano Pacifico, in grado di influenzare il clima globale. Questo fenomeno è contrapposto al più celebre “El Nino”, che determina invece un riscaldamento dell'acqua. Con la fine della Nina, che ha cicli che durano diversi anni, gli esperti ritengono che emergeranno con maggior forza le conseguenze nefaste dei cambiamenti climatici. E la temperatura marina record di aprile 2023 sta a lì a dimostrarlo.

“Il recente ‘triplo tuffo' de La Niña è giunto al termine. Questo prolungato periodo di freddo stava abbassando le temperature superficiali medie globali nonostante l'aumento dei gas serra nell'atmosfera. Ora che è finita, probabilmente vedremo il segnale del cambiamento climatico arrivare forte e chiaro”, ha dichiarato al Guardian il dottor Mike McPhaden della NOAA. “Quello che stiamo vedendo ora è l'emergere di un segnale di riscaldamento che rivela più chiaramente l'impronta della nostra maggiore interferenza con il sistema climatico”, gli ha fatto eco il professor Matthew England dell'Università del Nuovo Galles del Sud, commentando i dati relativi alla temperatura record registrata ad aprile.

L'aumento della temperatura di mari e oceani ha conseguenze catastrofiche sugli ecosistemi e sull'umanità intera: accelera lo scioglimento dei ghiacci con conseguente innalzamento del livello del mare; aumenta la frequenza e la violenza di uragani,Medicane” (uragani mediterranei), trombe d'aria, inondazioni e altri catastrofici fenomeni atmosferici; comporta lo sbiancamento dei coralli nelle barriere coralline; altera le correnti modificando la disponibilità di nutrienti per gli animali marini; influenza le migrazioni; abbatte la disponibilità di stock ittici e molto altro ancora. E questi sono solo alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici, che rischiano di portare alla fine della civiltà entro pochi decenni.

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