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Acqua salata su Marte, ci sono le prove che fluiva vicino all’equatore

Le ha trovate il rover cinese Zhurong analizzando le dune della regione di Utopia Planitia, appena a nord dell’equatore marziano.
A cura di Valeria Aiello
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Il lander cinese Tianwen-1 e il rover Zhurong sulla superficie di Marte / credit: Agenzia spaziale cinese
Il lander cinese Tianwen-1 e il rover Zhurong sulla superficie di Marte / credit: Agenzia spaziale cinese

Croste, crepe ed altre caratteristiche geologiche rilevate sulle dune della regione di Utopia Planitia, vicino all’equatore di Marte, hanno portato i ricercatori a ritenere che sulla superficie del Pianeta Rosso l’acqua allo stato liquido possa essere esistita molto più di recente di quanto finora ipotizzato. Queste caratteristiche, probabilmente dovute al movimento dell’acqua scongelata e salata, sono emerse dai dati del rover cinese Zhurong, atterrato su Marte nel maggio 2021 e che per nove mesi ha raccolto immagini e informazioni sulla composizione chimica della regione appena a nord dell’equatore marziano, analizzando le crepe presenti lungo le dune ricche di sale.

In particolare, le immagini scattate dal rover hanno mostrato che crepe, aggregati e creste presenti sulle dune sembrano essere correlate all’attività dell’acqua, mentre le analisi chimiche hanno fornito una stima approssimativa dell’età delle dune, che si sono probabilmente formate tra 1,4 milioni a 400.000 anni fa. Ciò ha suggerito che fino a centinaia di migliaia di anni fa, e non miliardi di anni fa, come si pensava in precedenza, nella regione fluiva acqua liquida e salata.

Secondo gli studiosi dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino, co-guidati da Xiaoguang Qin e Xu Wang del Key Laboratory of Cenozoic Geology and Environment presso l’Istituto di Geologia e Geofisica, e Xin Ren e Jianjun Liu del Key Laboratory of Lunar and Deep Space Exploration, le caratteristiche della crosta sono infatti riconducibili all’attività dell’acqua e, in particolare, allo scioglimento di piccole sacche di acqua ghiacciata o di neve mista a sali minerali, che spiegherebbero meglio la presenza di tali caratteristiche sulle dune. Analogamente ad altre caratteristiche che si sono formate in presenza di acqua, queste sarebbero poi state preservate dall’atmosfera estremamente fredda e secca di Marte.

Come spiegato nel loro documento, pubblicato su Science Advances, i ricercatori sono stati in grado di escludere che l’anidride carbonica congelata (ghiaccio secco) e il vento fossero responsabili di queste formazioni. “Invece, la causa più probabile è il coinvolgimento di acqua salina derivante dallo scongelamento del gelo/neve – si legge nella pubblicazione – . Questa scoperta fa luce sulle condizioni più umide del moderno clima marziano e fornisce indizi critici per le future missioni di esplorazione alla ricerca di segni di vita esistente, in particolare alle basse latitudini, con temperature superficiali relativamente più calde e favorevoli”.

Il team ha anche eseguito alcune simulazioni al computer e le ha combinate con le osservazioni effettuate da altre missioni robotiche (di Perseverance, InSight e Curiosity), osservando che condizioni simili potrebbero essersi verificate altrove sul pianeta. Ciò suggerisce che è possibile che ancora oggi ci siano essere piccole quantità d’acqua liquida e salata in altre regioni, dove potrebbero esistere terreni ospitali per la vita.

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