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Cambiamenti climatici

Acceso il più grande parco eolico offshore al mondo: un giro di pala alimenta una casa per 2 giorni

Al largo della costa dello Yorkshire, nel Regno Unito, è stato acceso Dogger Bank, il più grande parco eolico offshore al mondo. La prima turbina ha iniziato a inviare energia alle abitazioni e alle aziende britanniche: un solo giro delle imponenti pale produce energia pulita sufficiente ad alimentare una casa per due giorni. Quando sarà ultimato, nel 2026, servirà 6 milioni di case, determinando un risparmio di CO2 pari a quella prodotta da 1,5 milioni di auto in un anno.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Dogger Bank Wind Farm
Credit: Dogger Bank Wind Farm
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Nel Mare del Nord, a oltre 130 chilometri dalle coste del Regno Unito, è stato acceso Dogger Bank, il più grande parco eolico offshore – cioè costruito al largo – della Terra. Si tratta di un progetto in divenire, dato che al momento funziona una sola turbina eolica, tuttavia entro il 2026 diventeranno operative tutte e 277 le gigantesche strutture che lo costituiscono. Ciascuno di questi colossi è alto oltre 260 metri ed è dotato di pale maestose, lunghe ben 107 metri. Sono veri e propri giganti del mare e del cielo, ma il record di pala più lunga appartiene alle MySE 16-260 del parco eolico offshore Three Gorges Group Fujian Offshore Wind Farm, costruito dalla Cina nello Stretto di Taiwan. Accese recentemente, queste turbine alte 152 metri – dunque più piccole di quelle europee – hanno infatti immense pale di 123 metri.

Le dimensioni gargantuesche di queste turbine eoliche sono necessarie per cogliere i rapidi e impetuosi venti marini e trasformarli in preziosissima energia pulita, fondamentale per la transizione ecologica e affrancarci definitivamente dai combustibili fossili, le cui emissioni di gas climalteranti in atmosfera (come l'anidride carbonica e il metano) sono responsabili della catastrofica crisi climatica che stiamo vivendo. Secondo quanto affermato in un comunicato stampa dalle società costruttrici del parco Dogger Bank, la britannica SSE Renewables e le norvegesi Equinor e Vårgrønn, un solo giro di una singola pala eolica (chiamata Haliade-X) è sufficiente ad alimentare una casa media per ben due giorni. Quando il parco sarà pronto, entro tre anni, l'intera infrastruttura sarà in grado di fornire energia sufficiente per sei milioni di case per un anno intero, dato che avrà una capacità record di 3,6 GW (Gigawatt). Una simile potenza equivale a strappare dall'atmosfera quanta CO2 viene immessa in atmosfera da 1,5 milioni di autovetture nel giro di 12 mesi.

Non c'è da stupirsi che l'accensione di Dogger Bank, seppur parziale, sia stata accolta con grande entusiasmo dal Primo Ministro britannico Rishi Sunak: “L’eolico offshore è fondamentale per generare energia rinnovabile ed efficiente in grado di alimentare le case britanniche dai mari britannici. Sono orgoglioso che questo Paese sia già leader mondiale nel raggiungere lo Zero Netto entro il 2050 e, raddoppiando gli sforzi sulle nuove industrie verdi del futuro, arriveremo a questo obiettivo in un modo pragmatico e ambizioso. Ecco perché è fantastico vedere il parco eolico più grande del mondo, Dogger Bank, generare oggi per la prima volta energia dalle acque del Regno Unito, il che non solo rafforzerà la nostra sicurezza energetica, ma creerà posti di lavoro, abbasserà le bollette elettriche e ci manterrà sulla buona strada per lo Zero Netto”.

Una volta ultimato al largo della costa dello Yorkshire, Dogger Bank sarà composto da tre siti distinti (A, B e C), ciascuno dei quali caratterizzato da una potenza di 1,2 GW. Sarà collegato alla rete nazionale britannica attraverso il sistema di trasmissione in corrente continua ad alta tensione (HVDC), che sta già dimostrando di funzionare grazie all'attivazione della prima turbina eolica.

Il curioso nome del parco eolico è legato a quello del Doggerland, una lingua di terraferma che migliaia di anni fa metteva in collegamento la Gran Bretagna con l'Europa continentale (più precisamente l'Inghilterra con la Germania e la Danimarca) proprio attraverso il Mare del Nord. Un tempo questo ponte naturale era riccamente popolato da esseri umani e animali, come dimostrano i numerosi reperti fossili ritrovati sulle sue vestigia, ma sprofondò sott'acqua circa 8.000 anni fa a causa dell'innalzamento del livello del mare e di un catastrofico tsunami.

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