Abbiamo capito quale integratore può essere la chiave per fermare la diffusione del tumore al seno
Gli integratori contenenti selenio, un minerale essenziale per il nostro organismo, che si trova principalmente nelle noci del Brasile, nei frutti di mare e nei cereali, possono essere la chiave per fermare la diffusione del tumore al seno triplo negativo, il tipo di carcinoma mammario più frequentemente diagnosticato nelle donne sotto i 50 anni. Il selenio supporta la funzione della tiroide, rafforza il nostro sistema immunitario e protegge le nostre cellule, oltre ad essere stato associato a una riduzione del rischio di sviluppare alcuni tumori.
Un nuovo studio, finanziato dal Cancer Research UK, ha però scoperto che il selenio è implicato anche nella sopravvivenza delle cellule tumorali sparse, ovvero le cellule che si staccano dal tumore primario e che, viaggiando nel sangue, possono raggiungere altri organi e tessuti, dando origine alle metastasi. In questa fase, i ricercatori hanno scoperto che le cellule del carcinoma mammario triplo negativo hanno in realtà un grande bisogno di selenio e soprattutto che, mentre cercano di diffondersi ad altri organi e tessuti, la carenza di questo minerale le rende più suscettibili a un processo di morte cellulare, chiamato ferroptosi. “Ciò significa che la privazione di selenio potrebbe essere la base per un nuovo tipo di trattamento del cancro al seno triplo negativo” hanno affermato i ricercatori in una nota che accompagna lo studio, appena pubblicato sulla rivista EMBO Molecular Medicine.
Il selenio può essere la chiave per fermare il tumore al seno triplo negativo
Il selenio, che si trova principalmente nelle noci del Brasile, nei frutti di mare e nei cereali, ma anche nella carne rossa, nel pollo e nelle uova, oltre ad essere spesso presente negli integratori alimentari, è un minerale essenziale per il nostro organismo. Ciò che però non era noto è che anche le cellule del tumore al seno triplo negativo – chiamato così perché su queste stesse cellule non è presente nessuno dei tre principali bersagli molecolari presi di mira dai trattamenti per gli altri tipi di cancro della mammella – hanno un grande bisogno di selenio mentre cercano di diffondersi nel corpo (metastatizzare) e che la carenza di questo minerale le rende più vulnerabili alla ferroptosi, un tipo di morte cellulare che potrebbe essere il tallone d’Achille di questo tipo di neoplasia.
La suscettibilità delle cellule del cancro al seno triplo negativo è stata tuttavia osservata solo nelle cellule tumorali sparse, cioè in quelle cellule che si staccano dal tumore primario e che, viaggiando nel sangue, possono raggiungere altri tessuti, dando origine a metastasi. Le cellule che formano la massa tumorale sono invece in grado di proteggersi dalla ferroptosi indotta dalla carenza di selenio: i ricercatori hanno infatti scoperto che, quando raggruppate insieme, le cellule del tumore al seno triplo negativo producono un tipo di molecola di grasso contenente acido oleico (un composto comunemente presente nell’olio d’oliva): tale composto, in risposta alla mancanza di selenio, permette a queste cellule raggruppate di continuare a proliferare.
“Le cellule tumorali sono lontane da questi cluster, ad esempio quando si spostano in altre parti del corpo, sono invece più vulnerabili alla ferroptosi dovuta alla mancanza di selenio – ha il dottor Saverio Tardito, che ha guidato la ricerca – . Abbiamo bisogno del selenio per sopravvivere, quindi eliminarlo dalla nostra dieta non è un’opzione, ma riuscire a trovare un trattamento che interferisca con l'assorbimento di questo minerale da parte delle cellule del cancro al seno triplo negativo potrebbe potenzialmente impedire che il cancro si diffonda ad altre parti del corpo”.
Interferire con il metabolismo del selenio nelle cellule tumorali sparse, quale modo efficace per ucciderle, potrebbe quindi trasformare il cancro al seno triplo negativo da una malattia potenzialmente fatale a una gestibile. “Di solito non è il cancro al seno in sé a rivelarsi fatale, poiché spesso può essere affrontato con successo con un trattamento o un intervento chirurgico – ha aggiunto il dottor Tardito – . È quando il cancro si diffonde che risulta più difficile da controllare”.
Le cellule del tumore al seno triplo negativo, in particolare, non hanno recettori gli estrogeni, per il progesterone e per il recettore 2 del fattore di crescita dell’epidermide (HER-2), che sono i tre principali bersagli molecolari per cui esistono trattamenti per gli altri tipi di cancro della mammella. Per questo motivo, il timore al seno triplo negativo è ancora oggi una neoplasia più difficile da curare, in quando non è possibile avvalersi delle terapie ormonali o altri farmaci antitumorali mirati.
“I risultati per le pazienti con tumore al seno triplo negativo possono essere peggiori rispetto a quelli raggiunti con altri tipi di cancro – ha aggiunto il dottor Sam Godfrey che ha diretto la ricerca – . Uno studio come quello portato avanti dal nostro team può essere la chiave per prevenire la sua diffusione e potrebbe cambiare il modo in cui questo tumore viene trattato”.