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Abbiamo appena schivato una delle peggiori tempeste solari di sempre

La potente espulsione di massa coronale avrebbe potuto causare blackout elettrici su larga scala, interrompendo le comunicazioni radio e i sistemi di navigazione satellitare.
A cura di Valeria Aiello
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Nella tarda serata di lunedì 13 marzo, il Sole ha emesso un’espulsione di massa coronale (CME) a una velocità di almeno 3.000 chilometri al secondo, forse la più violenta mai registrata. Il materiale espulso ha raggiunto l’orbita terrestre in meno di un giorno e, se avesse colpito la Terra, avrebbe potuto causare blackout elettrici su larga scala, interrompendo le comunicazioni radio e i sistemi di navigazione satellitare. Il caso ha però voluto che il getto coronale non fosse diretto verso il nostro pianeta, ma viaggiasse esattamente nella direzione opposta, ricordandoci che non sempre potremmo essere così fortunati.

Tuttavia, sembra che l’evento abbia comunque causato una tempesta di radiazioni solari sulla Terra, alla quale potrebbe aver contribuito un’altra espulsione di massa coronale avvenuta sabato, che si prevedeva sfiorasse il nostro pianeta. Secondo gli esperti, le espulsioni di massa coronale possono infatti influenzarsi a vicenda, con la prima che libera un percorso per il materiale espulso da un’altra. I dati pubblicati dal servizio meteorologico spaziale statunitense SWPC indicano che il livello di tempesta solare che fa seguito a questi eventi ha raggiunto l’intensità moderata (G2) nella giornata del 15 marzo, sulla base della scala di gravità (da G1 a G5) delle tempeste geomagnetiche della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti.

Quali sono i rischi delle tempeste solari

Le espulsioni di massa coronale comportano un flusso di particelle (vento solare) costituito principalmente da elettroni e protoni che possono raggiungere il nostro pianeta, impattando con il campo magnetico terrestre e provocando una tempesta solare, o tempesta geomagnetica, ovvero un disturbo temporaneo della magnetosfera terrestre. Le espulsioni di massa coronale sono comuni e variano a seconda dell’attività del Sole, che cambia sulla base di cicli di 11 anni. Al momento, ci stiamo avvicinando al prossimo massimo solare, previsto nel 2025, in corrispondenza del quale il Sole produrrà in media tre espulsioni di massa coronale al giorno. Nei periodi di minimo solare, si ha invece una media di un’espulsione ogni cinque giorni.

In genere, la maggior parte delle espulsioni di massa coronale non causa gravi danni, ma nell’ipotesi che una tempesta solare di grandi dimensioni colpisca il nostro pianeta, le conseguenze possono essere molteplici, in base alla quantità di energia coinvolta ma anche in relazione all’orientamento e alla velocità del flusso di particelle. Tra i possibili effetti di una tempesta solare di intensità “estrema” (G5) figurano sovraccarichi della rete elettrica, che possono causare blockout elettrici su larga scala, interruzioni di internet, delle comunicazioni radio e dei sistemi di navigazione satellitare dovuti a danni significativi alle infrastrutture.

Ad oggi, uno degli eventi più severi mai registrati è quello che ha interessato il Québec, in Canada, nel marzo del 1989, che causò il blackout della rete elettrica per nove ore in tutta la provinci, provocando aurore boreali visibili anche in Florida. Un’altra tempesta solare di dimensioni significative è nota come Carrington Event nel 1859, che danneggiò tutti i sistemi telegrafici del Nord America. Se un evento analogo si verificasse oggi, le conseguenze sarebbero sconcertanti, con problemi diffusi alle reti elettriche, ai satelliti in orbita, alla rete internet e addirittura alle condotte idriche.

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