A cinque anni dalla pandemia abbiamo il conto degli anni di vita persi in Europa: è mostruoso

Durante la fase più critica della pandemia di COVID-19, tra il 2020 e il 2022, in 18 Paesi europei sono andati perduti 16,8 milioni di anni di vita tra i 289 milioni di residenti adulti nel Vecchio Continente. Solo in Italia abbiamo perso 1,8 milioni di anni di vita per la diffusione del patogeno, per cause dirette che indirette. Se il coronavirus SARS-CoV-2 non avesse compiuto lo spillover (salto di specie) in Cina alla fine del 2019, oltre la metà degli anni di vita persi sarebbero stati vissuti senza disabilità e in autonomia, persino tra le persone con un'età superiore agli 80 anni. A determinarlo è stato un nuovo studio epidemiologico che ha messo a confronto i dati statistici in tema di morbilità e mortalità nel periodo pre-pandemico con quello compreso tra il 2020 e il 2022, caratterizzato da lockdown, zone rosse e altre misure draconiane per limitare i contagi.
A calcolare che in Europa, a causa della pandemia di Covid, tra il 2020 e il 2022 sono andati perduti 16,8 milioni di anni di vita è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici della Facoltà di Salute Pubblica dell'Imperial College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di numerosi istituti. Fra quelli coinvolti la Facoltà di Medicina dell'Università di Helsinki, la sezione di Scienze del cervello dello University College di Londra, l'Università di Medicina di Danzica e altri. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Sara Ahmadi-Abhari, docente presso il Dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica (EBS), sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto i dati su mortalità e diverse condizioni di salute – come assenza di malattie, malattie cardiovascolari, demenza, declino cognitivo etc etc – di adulti con età superiore ai 35 anni, prima e durante la fase critica della pandemia di COVID-19, annunciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) esattamente cinque anni fa, l'11 marzo del 2020.
Come spiegato nell'abstract dello studio, la professoressa Ahmadi-Abhari e colleghi hanno “quantificato separatamente numeri e tassi di decessi attribuibili alla COVID-19 da quelli correlati alla mortalità per altre cause durante il 2020-2022 e stimato la percentuale di perdita di aspettativa di vita e anni di vita con e senza disabilità che avrebbero potuto essere evitati se la pandemia non si fosse verificata”. “Le stime – proseguono gli esperti – sono state disaggregate per cause di decesso dovute alla COVID-19 rispetto a quelle non dovute al COVID, anno solare, età, sesso, stato di disabilità e Paese”. Come indicato, mettendo a confronto le tendenze osservate con quelle pre-pandemiche, è stato determinato che in Europa a causa del SARS-CoV-2 sono andati perduti 16,8 milioni di anni di vita. Il Paese più colpito è stato la Spagna, con 3,2 milioni di anni di vita perduti, seguito da Polonia (2,5 milioni), Germania e Regno Unito (2,3 milioni), Italia (1,8 milioni), Francia (1,1 milioni) e così via.
L'anno con più anni di vita perduti è stato il 2021, con 7,1 milioni di anni, seguito dal 2022 (5 milioni) e 2020 (4,7 milioni), per il totale indicato di 16,8 milioni. Circa il 60 percento degli anni di vita perduti è stato registrato tra gli over 80, la fascia di popolazione più duramente falcidiata dall'infezione, mentre un significativo 30 percento si è registrato in quella tra i 65 e gli 80 anni. Se non si fosse verificata la pandemia di COVID-19, gli scienziati ritengono che circa 10 milioni degli anni di vita perduti sarebbero stati vissuti senza disabilità, in salute. I ricercatori hanno inoltre determinato che fino a 13,2 milioni di anni di vita sono andati in fumo direttamente a causa del virus, mentre 5,3 milioni per cause indirette legate alla pandemia, come ad esempio una riduzione dell'assistenza sanitaria o l'impatto devastante di lockdown e altre forme di privazione delle libertà personali legate alle misure draconiane. Negli USA è stato stimato che moltissime persone che avevano smesso di bere, fumare o usare sostanze stupefacenti sono tornate ai loro abusi durante il periodo critico della pandemia; moltissimi sono stati i morti per overdose di Fentanyl e affini, che ha ucciso circa 100.000 persone in un solo anno.
I ricercatori hanno osservato che si è verificato un calo della mortalità diretta per Covid a partire dal 2021 grazie all'introduzione dei vaccini anti Covid, tuttavia i decessi per cause indirette sono continuati ad aumentare fino al 2022. “La considerevole perdita di vite umane senza disabilità e l'aumento della mortalità prematura non direttamente collegata ai decessi per COVID-19 nel periodo 2020-2022 suggeriscono un potenziale impatto più ampio, a lungo termine e parzialmente indiretto della pandemia, probabilmente derivante da interruzioni nell'erogazione dell'assistenza sanitaria e nei servizi per condizioni non COVID e conseguenze indesiderate delle misure di contenimento della COVID-19. Questi risultati evidenziano la necessità di una migliore preparazione alla pandemia in Europa, idealmente, come parte di un programma di salute pubblica globale più completo”, hanno concluso gli autori della ricerca. Lo studio “Direct and indirect impacts of the COVID-19 pandemic on life expectancy and person-years of life lost with and without disability: A systematic analysis for 18 European countries, 2020–2022” è stato pubblicato su PloS Medicine.