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6 minuti di sport intenso al giorno possono proteggerci dall’Alzheimer

Scienziati neozelandesi hanno determinato che 6 minuti di attività fisica vigorosa aumentano le concentrazioni di BDNF nel sangue, un composto legato alla protezione del cervello e alla cognizione. Lo sport rappresenta un possibile scudo contro Alzheimer, Parkinson e altre malattie neurodegenerative.
A cura di Andrea Centini
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Pochi minuti di intensa attività fisica al giorno possono proteggere il cervello da patologie neurodegenerative come il Parkinson e il morbo di Alzheimer. Nello specifico, sono sufficienti 6 minuti di ciclismo / spinning vigoroso per innescare processi biologici neuroprotettivi che possono contrastare la neurodegenerazione e il declino cognitivo. Si tratta di una notizia estremamente significativa, tenendo presente che l'Alzheimer, la principale forma di demenza al mondo, secondo le stime degli esperti colpirà 130 milioni di persone entro il 2050 e rappresenterà una vera e propria emergenza sanitaria globale (con enormi conseguenze sanitarie, sociali ed economiche).

A scoprire che una manciata di minuti di sport intenso possono proteggere il cervello dall'Alzheimer e altre patologie neurodegenerative è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati neozelandesi dell'Università di Otago, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi canadesi del Centre for Heart, Lung and Vascular Health dell'Università della British Columbia di Okanagan. I ricercatori, coordinati dal professor Travis D. Gibbons, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto in uno studio ad hoc 12 volontari, sei uomini e sei donne con un'età compresa tra i 18 e i 56 anni. Erano tutti fisicamente attivi. L'obbiettivo dei ricercatori era verificare le variazioni nelle concentrazioni del fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), un composto legato alla capacità del cervello di creare nuove connessioni – la neuroplasticità – e alla neuroprotezione. Studi condotti in passato su modelli animali avevano dimostrato che il BDNF migliorava le prestazioni cognitive, la memoria, la concentrazione e in generale la protezione del tessuto nervoso.

Il digiuno e l'attività fisica possono variare le concentrazioni di BDNF nel flusso sanguigno, pertanto gli studiosi hanno sottoposto i partecipanti all'indagine a una serie di compiti per valutare queste fluttuazioni: digiuno per 20 ore (una pratica che assieme al saltare i pasti è associata a un aumento del rischio di mortalità prematura, secondo un nuovo studio); attività fisica leggera, ovvero ciclismo a bassa intensità per 90 minuti; attività fisica intensa (6 minuti di ciclismo vigoroso); e una combinazione di digiuno e sport. Dall'analisi dei campioni di sangue raccolti i ricercatori hanno scoperto che i 6 minuti di ciclismo intenso hanno determinato un aumento del BDNF dalle quattro alle cinque volte superiore rispetto agli altri compiti. Secondo gli autori dello studio ciò potrebbe dipendere dal fatto che, durante l'attività fisica intensa, cambia il metabolismo del cervello, più nello specifico, la fonte di energia sfruttata, ad esempio per permettere al glucosio di essere maggiormente disponibile all'organismo durante lo sforzo. Il cervello potrebbe fare affidamento sul lattato. Gli scienziati ritengono che l'aumento del BDNF possa essere dovuto all'incremento di piastrine, note per immagazzinare grandi quantità di questo fattore neuroprotettivo.

“Il BDNF ha mostrato grandi promesse nei modelli animali, ma finora gli interventi farmaceutici non sono riusciti a sfruttare in modo sicuro il potere protettivo del BDNF negli esseri umani. C'era la necessità di esplorare approcci non farmacologici in grado di preservare la capacità del cervello che gli esseri umani possono utilizzare per aumentare naturalmente il BDNF, al fine di favorire un invecchiamento sano”, ha dichiarato il professor Gibbons in un comunicato stampa. I ricercatori stanno conducendo ulteriori test per comprendere qual è il miglior modo per aumentare la concentrazione del BDNF. Naturalmente prima di lanciarsi in sessioni di sport intenso è doveroso consultare il proprio medico curante. I dettagli della ricerca “Fasting for 20 h does not affect exercise-induced increases in circulating BDNF in humans” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Journal of Physiology.

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