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100 delfini tursiopi uccisi a coltellate alle Faroe: è il secondo peggior massacro della specie

She Shepherd ha diffuso le immagini dell’ultimo massacro alle Faroe, costato la vita a 100 esemplari di tursiope. Dal 1898 non ne venivano uccisi così tanti.
A cura di Andrea Centini
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Uno dei tursiopi uccisi. Credit: Sea Shepherd / Facebook
Uno dei tursiopi uccisi. Credit: Sea Shepherd / Facebook

Alle Isole Faroe si è consumata l'ennesima mattanza di cetacei. Questa volta a finire sotto i colpi dei coltelli e delle altre armi bianche dei faoresi è stato un intero branco composto da 100 esemplari di tursiope (Tursiops truncatus). Si tratta del delfino per antonomasia, alla cui specie appartiene anche il celebre Flipper della serie TV. Questi delfini non rientrano tra le specie normalmente cacciate alle Faroe, tuttavia nell'ultima Grindadrap (la “caccia tradizionale”) si è comunque deciso di sterminare il pod. I mammiferi marini sono stati spinti a spiaggiarsi con le imbarcazioni nella baia di Skálabotnur – attraverso una tecnica collaudata basata sul terrore – e una volta a portata sono stati assaliti dagli uomini inferociti, che hanno infierito con le lame.

Le orrende immagini della mattanza – vi consigliamo di cliccare sul link solo se avete lo stomaco molto forte – sono state diffuse dall'organizzazione ambientalista Sea Shepherd, da anni in prima linea contro questa anacronistica barbarie. In alcuni casi gli esemplari presentano ferite provocate dalle eliche delle imbarcazioni. La stessa crudeltà era stata inflitta lo scorso anno, quando un intero branco di 1500 lagenorinchi acuti (altri delfini) fu sterminato nella medesima baia. Il massacro sollevò l'indignazione della comunità internazionale per il numero di esemplari uccisi, ma da allora non è cambiato assolutamente nulla. I cetacei continuano a essere trucidati con coltelli e altre lame, che vengono conficcati dietro la testa per recidere il midollo spinale. Spesso gli animali vanno incontro a una tremenda agonia, mentre sono costretti a osservare inermi lo sterminio dei propri famigliari e compagni, tra le grida disperate e l'odore acre del sangue che si espande nella baia. Per animali intelligenti e sociali come i delfini infliggere un simile supplizio è di una crudeltà inaudita, che trasuda pura disumanità.

Un altro tursiope ucciso, lasciato sul fondo della baia. Credit: Sea Shepherd / Facebook
Un altro tursiope ucciso, lasciato sul fondo della baia. Credit: Sea Shepherd / Facebook

La mattanza dei poveri tursiopi sta avendo una forte eco mediatica proprio perché questa specie amata da tutti non è accostata alle grindadrap. Tra i cetacei più colpiti figurano i globicefali e i sopracitati lagenorinchi acuti. Secondo i dati segnalati da Sea Shepherd, quello consumatosi alle Faroe è stato il secondo più grande massacro di tursiopi mai compiuto in oltre 120 anni. La precedente mattanza risale al 1898, quando fu ucciso un solo esemplare in più. Questa volta le vittime sono state esattamente 99, tra le quali 98 adulti e un piccolo. Nel gruppo c'era anche una femmina incinta, alla quale è stato strappato il feto, come spesso accade in queste circostanze.

Un esemplare di tursiope nel Mar Ligure. Credit: Andrea Centini
Un esemplare di tursiope nel Mar Ligure. Credit: Andrea Centini

In occasione di questa mostruosità Sea Shepherd ha anche annunciato di aver documentato la farsa del corso per diventare cacciatore di cetacei. I faroesi si difendono dicendo che tutti i partecipanti sono persone "formate", che sanno quello che devono fare per uccidere gli animali in modo "rapido e indolore". Ma in realtà il corso dura solo un'ora ed è soltanto teorico: nessuno insegna a maneggiare le armi bianche e si può prendere l'attestato anche senza ascoltare una parola di ciò che viene detto. Come spiegato da Sea Shepherd, basta avere almeno 16 anni, partecipare e ricevere il pezzo di carta per ottenere il permesso di massacrare i mammiferi marini, in uno dei festival di violenza e sangue più disgustosi del pianeta.

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