10.000 morti al mese per Covid e 7 milioni da inizio pandemia, OMS: “Sottostima, numeri devastanti”
L'epidemiologa specializzata in malattie infettive Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la risposta alla pandemia di COVID-19, in una recente serie di post pubblicati su X (ex Twitter) ha rilasciato dati piuttosto preoccupanti sulla circolazione virale e soprattutto sui decessi provocati dall'infezione. A oltre quattro anni dal rilevamento dei primi casi di “misteriose polmoniti” in Cina provocate dal coronavirus SARS-CoV-2, si registrano infatti ancora 10.000 morti al mese. Nel caso specifico, il riferimento è a dicembre 2023. Il dato, spiega l'esperta, è una chiara sottostima di quello reale, dato che proviene solo dai sistemi di sorveglianza di cinquanta Paesi, un quarto delle nazioni presenti nel mondo. E ciò, evidentemente, non significa affatto che la Covid non stia uccidendo altrove.
È emblematico che, come evidenziato dalla dottoressa Van Kerkhove, la metà dei diecimila decessi arriva dagli Stati Uniti, mentre altri mille sono quelli conteggiati in Italia, uno dei Paesi più colpiti in assoluto dalla pandemia e il primo in Occidente a essere travolto. Per il nostro Paese il dato indicato dall'epidemiologa è un arrotondamento per difetto, tenendo presente che, in base al bollettino pubblicato dal Ministero della Salute il 5 gennaio 2024, durante il periodo delle festività i morti sono stati ben 371, con un incremento del 33 percento rispetto ai 279 della settimana precedente (e tra i 200 e i 300 si contavano anche nelle prime settimane del mese). Se alle lacune dei dati di sorveglianza aggiungiamo anche tutti i decessi che non vengono correlati alla Covid ma che sono comunque scatenati dall'infezione, è facile immaginare che in tutto il mondo i morti causati dal SARS-CoV-2 sono ancora decine e decine di migliaia al mese.
A impressionare è anche il dato complessivo dei morti da quando il patogeno pandemico ha compiuto lo spillover (salto di specie all'uomo), verosimilmente da un animale infettato da un pipistrello e venduto nel famigerato mercato umido / ittico di Wuhan. Nel momento in cui stiamo scrivendo, ovvero attorno alle 12 di lunedì 15 gennaio 2024, in base alla mappa sulla pandemia di Covid messa a punto dagli ingegneri dell'Università John Hopkins, i morti totali provocati sono ad oggi oltre 6.8 milioni, delle quali quasi 190.000 – quanto l'intera città di Trieste – nella sola Italia. Il rapporto dell'OMS citato su X dalla dottoressa Maria Van Kerkhove indica invece 7 milioni di vittime (7.010.586 per la precisione), evidenziando anche in questo caso che si tratta di un'ampia sottostima.
Secondo la scienziata, infatti, il numero reale dei morti sarebbe il triplo, ovvero 21 milioni di decessi. Un numero enorme. La stima collima con quella dello studio “Estimating excess mortality due to the COVID-19 pandemic: a systematic analysis of COVID-19-related mortality, 2020–21” pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet a marzo del 2022. All'epoca il team di ricerca internazionale coordinato dal dottor Haidong Wang dell'Institute for Health Metrics and Evaluation aveva stimato 18 milioni di morti, contro i 6 milioni ufficiali del periodo, esattamente il triplo. Senza i vaccini anti Covid queste cifre sarebbero sensibilmente più drammatiche, considerando che hanno salvato oltre 20 milioni di vite, secondo uno studio dell'Imperial College di Londra finanziato da Bill Gates.
La scienziata definisce i dati sulle vittime “devastanti” e sottolinea che la pandemia di Covid rappresenta ancora oggi una “minaccia globale”, augurandosi che sparisca al più presto. È tuttavia probabile che il patogeno resti con noi per sempre, andandosi ad aggiungere agli altri quattro coronavirus endemici, principalmente responsabili dei comuni raffreddori. A preoccupare l'esperta non c'è solo l'ampia circolazione virale, che in base alle analisi sulle acque reflue sarebbe fino a 19 volte più elevata di quella riscontrata, ma anche la continua emersione di nuove varianti, sempre più contagiose e immunoevasive. Come spiegato a Fanpage.it dal professor Giovanni Maga del CNR, in Italia è pieno di casi di Covid “fantasma”, cioè non rilevati dai sistemi di sorveglianza, ma al netto dei contagi e delle nuove varianti non si aspetta l'emersione di un famigerato “cigno nero”, cioè una nuova variante ancora più aggressiva e letale.