Le immagini della rarissima rondine rossiccia, il fotografo: “Era in mezzo a rondini comuni e topini”

Il fotografo naturalista Sandro Allegretti, dopo gli spettacolari scatti ai cormorani che pescano cefali giganteschi, ha immortalato un altro uccello meraviglioso al Parco Nazionale del Circeo: la rondine rossiccia (Cecropis daurica). Se non ne avete mai sentito parlare non c'è da stupirsi; in Italia, infatti, si tratta di una specie rarissima e osservabile praticamente solo nei pochi siti di nidificazione, principalmente distribuiti sull'isola d'Elba dell'arcipelago toscano, in Sicilia e nelle grandi isole del Tirreno. Per rendersi conto di quanto è difficile incontrarne un esemplare nello Stivale, basti sapere che secondo i dati citati dalla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) la popolazione italiana sarebbe composta da sole 15-40 coppie. “La rondine rossiccia in Italia è estremamente rara e localizzata, al di fuori dei quali è praticamente impossibile osservare esemplari di questa specie”, evidenzia la LIPU. Lo stato di conservazione locale è pertanto definito "Cattivo".

Alla luce di questi dati, nel nostro Paese la rondine rossiccia è classificata come specie vulnerabile, ma fortunatamente altrove le cose vanno molto meglio. Nell'Unione Europea, spiega la LIPU, lo stato di conservazione è favorevole e si stima una popolazione nidificante complessiva tra le 43.000 e le 260.000 coppie, “corrispondenti al 43-60% della popolazione europea complessiva, (100mila-430mila coppie) e a una frazione compresa tra il 5% e il 24% della popolazione globale della specie”. Insomma, se in Italia è molto difficile da incontrare, in altre parti del mondo è un uccello piuttosto comune e che non desta particolari preoccupazioni, al netto delle criticità come cambiamento climatico, crollo dell'abbondanza di insetti (ad esempio per i pesticidi) e altre forme di impatto antropico, cui tutti gli animali selvatici devono far fronte.
Ma torniamo agli scatti di Sandro Allegretti, che ha avuto la fortuna di avvistare una rondine rossiccia al Parco Nazionale del Circeo, in provincia di Latina. Più precisamente l'ha incontrata al lago di Caprolace, uno dei laghi salmastri della Pianura Pontina affacciati sul Tirreno, tra le più importanti zone umide italiane. Si tratta dello stesso lago dove aveva fotografato i cormorani a pesca di cefali alcune settimane addietro.

“L'avvistamento è avvenuto ai pantani attorno alle 09:45”, ha spiegato il fotografo naturalista ai microfoni di Fanpage.it, riferendosi a uno dei luoghi più amati da appassionati di fotografia naturalistica, birdwatcher e ornitologi sito innanzi a una sponda del lago. “La rondine rossiccia era insieme alle rondini comuni, ai topini e ai balestrucci, sicuramente tutti di passaggio”, ha affermato Allegretti. Non è infatti raro che durante le estenuanti migrazioni primaverili e autunnali esemplari di diverse specie di Irundinidi (Hirundinidae) si aggreghino.
Ricordiamo che in Italia ci sono cinque specie di uccelli che normalmente chiamiamo rondini: la rondine comune (Hirundo rustica) caratterizzata da un piumaggio blu-nero cangiante nella parte dorsale e biancastro in quella ventrale, con la porzione anteriore della testa di colore rosso; il piccolo balestruccio (Delichon urbicum) bianco e nero, spesso confuso con la rondine vera e propria; il topino (Riparia riparia) di colore marroncino; la rondine montana (Ptyonoprogne rupestris) simile al topino ma più grande e, come indica il nome, amante anche delle zone montuose; e infine la protagonista degli scatti che trovate in questo articolo, la rondine rossiccia.

Il suo nome è legato alla presenza di bande color ruggine sia su parte posteriore del dorso che sulla testa, che è sormontata da un cappellino nero. Il ventre è biancastro con striature, mentre le ali e la coda sono simili a quelle della rondine comune, con la quale potrebbe essere confusa da un osservatore poco esperto. Anche le dimensioni sono simili, con una ventina di centimetri al massimo di lunghezza e un'apertura alare di 30 centimetri. Questa specie si nutre prevalentemente di insetti in volo, come evidenziato anche dall'autore degli scatti: “Le rondini si rifocillavano con gli insetti – simili a zanzare – che con i primi calori cominciano ad affollare il bordo lago”. Gli uccelli delle diverse specie erano posati su un filo spinato che corre tra vari paletti, dal quale di tanto in tanto spiccavano il volo per andare a caccia, per poi tornare sul posatoio. Sebbene piovesse e la luce non fosse il massimo, il fotografo ha comunque ottenuto immagini bellissime dell'elusiva specie, che aveva immortalato soltanto in una precedente occasione esattamente due anni fa.

Tra le foto più spettacolari ci sono quelle in cui la rondine rossiccia si pulisce il piumaggio, tirando le lunghe ed eleganti penne della coda con il becco. Un comportamento osservabile anche in altri uccelli, fondamentale per mantenere in perfetta efficienza l'apparato di volo, che viene oliato con una sostanza secreta da una ghiandola chiamata uropigio. Molto difficilmente le rondini rossicce si avventurano in ambiente urbano come fanno altri irundinidi, anche per questo è decisamente complicato riuscire a osservarle. "Sporgenze rocciose, ponti, rupi e tetti di case abbandonate in ambienti caldi e secchi, aperti o accidentati, litoranei, ma anche dell’interno, sono i luoghi prediletti per nidificare", evidenzia la LIPU. Le femmine di rondine rossiccia depongono dalle 3 alle 6 uova. Al termine della bella stagione questi uccelli tornano nell'Africa subsahariana insieme a molte altre specie, per poi tornare a perpetrare il ciclo della vita dopo l'inverno.
