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Un farmaco trasforma il sangue umano in veleno per zanzare

Il nitisinone, un farmaco che viene utilizzato per il trattamento di rari disturbi metabolici ereditari, rende il sangue tossico per le zanzare: gli scienziati hanno scoperto che è in grado di uccidere anche le zanzare resistenti agli insetticidi, suggerendone l’uso per la combattere la trasmissione della malaria.
A cura di Valeria Aiello
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Un farmaco già in uso per il trattamento di rari disturbi metabolici potrebbe rilevarsi un’arma contro la malaria: si tratta del nitisinone, un medicinale impiegato nel trattamento di malattie ereditarie come l’alcaptonuria e la tirosinemia di tipo 1, che rende il sangue umano tossico per le zanzare, secondo quando scoperto in un nuovo studio.

Gli scienziati che hanno testato l’effetto zanzaricida del nitisinone suggeriscono che i farmaco possa essere utilizzato per combattere la trasmissione della malaria: quando le femmine di zanzara Anopheles gambiae, una delle specie responsabili delle diffusione della malaria, si nutrono di sangue pungendo le persone che assumono il nitisinone, il sangue di queste persone risulta mortale per le zanzare. I risultati dello studio sono stati pubblicati in un nuovo articolo di ricerca sulla rivista Science Translational Medicine.

Cos’è il nitisinone e perché il farmaco uccide le zanzare

Il nitisinone è un farmaco utilizzato per trattare rari disturbi ereditari, in particolare la tirosinemia di tipo 1 (HT-1), una malattia metabolica causata dalla mancanza dell’ultimo degli enzimi coinvolti nella scomposizione dell’amminoacido tirosina, che porta all’accumulo anomalo di metaboliti nel fegato e nei reni. Il farmaco nitisinone agisce bloccando un altro enzima, il 4-idrossifenilpiruvato (HPPD), che si trova a monte del percorso di degradazione, riducendo la formazione e quindi l’accumulo di questi sottoprodotti nocivi.

Quando le zanzare si nutrono di sangue di persone che assumono nitisinone, il farmaco blocca l’enzima HPPD anche in questi insetti: ciò impedisce alle zanzare di digerire correttamente il sangue, causandone la rapida morte.

I ricercatori hanno analizzato le concentrazioni di nitisinone necessarie per uccidere le zanzare, confrontando i risultati con quelli di un altro farmaco, l’ivermectina, un antiparassitario usato per curare le persone e animali con infezioni da vermi e parassiti, e che, quando presente nel sangue di cui si nutrono le zanzare, accorcia la vita degli insetti. L’ivermectina è però tossica per l’ambiente e l’uso frequente e ripetuto può portare allo sviluppo di resistenza.

Dal confronto tra i due farmaci è emerso che il nitisinone è più efficace dell’ivermectina nell’uccidere le zanzare ed ha un’emivita molto più lunga nel sangue umano, il che significa che la sua attività dura più tempo. Questo effetto del nitisinone è stato testato su femmine di zanzara Anopheles gambiae che, quando infettate dai parassiti della malaria, diffondono la malattia pungendo e nutrendosi di sangue: quando queste zanzare sono state alimentate con sangue umano donato da persone che assumevano nitisinone, i ricercatori hanno osservato che uccideva rapidamente questi insetti.

Abbiamo dimostrato il nitisinone dura più a lungo dell'ivermectina nel flusso sanguigno umano ed è in grado di uccidere non solo le zanzare di tutte le età, comprese quelle più anziane che hanno maggiori probabilità di trasmettere la malaria, ma anche le zanzare più resistenti agli insetticidi tradizionali – ha precisato il team, guidato dal professore Di Lee Haines dell’Università di Notre Dame e membro della Liverpool School of Tropical Medicine – . I nostri risultati suggeriscono che l’uso del nitisinone come un nuovo promettente strumento complementare per il controllo delle malattie trasmesse dagli insetti come la malaria”.

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