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Perché sono crollate le vendite di Tesla in Europa dopo l’elezione di Trump

Secondo i dati dell’Associazione dei costruttori europei di automobili (Acea) tra gennaio e febbraio le vendite di Tesla sono crollate al 49% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le ragioni sono varie, partono dal ruolo di Elon Musk nel governo di Donald Trump ma si allargano anche ad altri fattori, molto più strutturali.
A cura di Valerio Berra
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Il dato ormai è abbastanza consolidato. Tra gennaio e febbraio le vendite di Tesla in Europa sono crollate rispetto al 2024. I dati sono confermati da più fonti. L’Associazione dei costruttori europei di automobili (Acea) fissa il crollo al 49%. Secondo Jato Dynamics parliamo del 45% a gennaio e del 44% a febbraio. I calcoli non riguardano solo l’Unione Europea ma anche i mercati di Regno Unito e Svizzera.

Certo, non è un buon momento per Tesla. Collegato al calo delle vendite c’è anche un calo in Borsa. Il 20 dicembre le azioni di Tesla venivano scambiate a 423 euro, ora sono a 252 euro. Certo. Un passaggio che ha intaccato la capitalizzazione di mercato ma non ha distrutto il primato di Tesla. Con i suoi 895 miliardi di dollari, Tesla è ancora la casa automobilista con la quotazione più alta in Borsa.

Le ragioni del crollo delle vendite di Tesla

Dietro un calo così drastico del mercato non c’è una sola ragione. Ne possiamo trovare almeno tre. La prima è la più evidente. Tesla, come tutti i brand, vive anche di immagine. Da quando il suo Ceo Elon Musk è diventato il braccio destro, o armato, di Donald Trump la percezione del brand da parte del pubblico è cambiata. Anche in Europa, dove alle ultime elezioni politiche Musk ha sostenuto attivamente Afd, partito di estrema destra.

Le proteste contro Elon Musk sono diventate le proteste contro Tesla. I rivenditori sono stati presi di mira, come abbiamo visto anche a Milano. Le auto sono state vandalizzate, le celebrity si sono fatte riprendere mentre le vendevano e alla fine sono comparse anche mappe per tracciare tutti i proprietari negli Stati Uniti. La televendita organizzata dalla Casa Bianca non è servita a molto.

Il mercato delle auto elettriche e il caso Model Y

Ma accanto a Musk ci sono almeno altre due ragioni. La prima si può leggere direttamente nei dati sulle vendite. Tesla non è più sola. L’azienda è riuscita ad arrivare prima e meglio di molti altri competitor sul mercato delle auto elettriche ma ora molti brand si sono uniti alla corsa e hanno iniziato a produrre modelli in grado di competere con quelli di Tesla.

Abbastanza indicativo il caso di BYD, azienda cinese di auto elettriche che nel 2024 ha superato Tesla per fatturato sfondando il muro dei 100 miliardi di dollari. O ancora quello di Polestar, azienda svedese specializzata sempre in veicoli elettrici che a febbraio è cresciuta rispetto all’anno precedente dell’84% in Europa.

La terza ragione del calo delle vendite riguarda un modello specifico di Tesla: la Model Y. Tesla in Europa ha quattro modelli in vendita: Model S, Model 3, Model X e Model Y. Sì, il Cybertruck non è ancora arrivato e sì, se leggete tutto insieme viene fuori la parola S3XY.

La Model Y è il modello crossover e anche quello di maggior successo: è stata l’auto più venduta al mondo nel 2023. Ora la punta di diamante sta vendendo ritirata dal mercato per un restyling, la nuova versione si chiama Juniper. Questo passaggio ha condizionato chiaramente le vendite di Model Y, incidendo così sui dati di tutta l’azienda.

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