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Possibile aurora boreale sull’Italia tra il 22 e il 23 marzo: forte tempesta solare in arrivo

Una tempesta geomagnetica di Classe G3 sta per colpire la Terra a causa di un’espulsione di massa coronale (CME) scagliata da una macchia solare. Le previsioni degli esperti indicano che nella notte tra il 22 e il 23 marzo è atteso un indice kP di 7, valore sufficiente per poter sperare di ammirare l’aurora boreale nei cieli d’Italia, meteo permettendo. Non resta che aspettare la tempesta solare ed essere fiduciosi.
A cura di Andrea Centini
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Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa

Nella notte tra il 22 e il 23 marzo 2025 potrebbe nuovamente manifestarsi nei cieli d'Italia il magnifico spettacolo dell'aurora boreale. È infatti attesa una forte tempesta geomagnetica (Classe G3) a causa del flusso di vento solare scagliato da una macchia solare verso la Terra. Il picco di intensità magnetica è atteso attorno alle 04:00 di domenica 23 marzo, quando è previsto un indice kP di circa 7. Questo indice si basa su una scala da 1 a 9 e misura l'attività magnetica: più alto è il suo valore, maggiori sono le probabilità che le aurore polari possano verificarsi a latitudini più basse. Dal 7 in su è possibile che questi meravigliosi fenomeni ottici si manifestino anche alle medie latitudini, come quelle in cui si trova l'Italia. I fenomeni aurorali sono innescati dalle interazioni tra le particelle cariche elettricamente (plasma) del vento solare e gli atomi presenti nella ionosfera, che si accendono di colori e distribuiscono lungo le linee del campo magnetico, dando vita ai caratteristici “tendaggi” degli archi aurorali.

L'allerta per la tempesta solare di Classe G3 di stanotte. Credit: NOAA
L'allerta per la tempesta solare di Classe G3 di stanotte. Credit: NOAA

L'allerta per la tempesta geomagnetica di Classe G3 prevista per stanotte è stata lanciata dagli scienziati dello Space Weather Prediction Center della NOAA. Il fenomeno è legato all'impatto del vento solare scaturito da un'espulsione di massa coronale (CME) contro il campo magnetico terrestre. Nello specifico, come evidenziato da Spaceweather.com, la CME è stata scagliata nello spazio venerdì 21 marzo da un brillamento solare di classe M1 dalla macchia solare AR 4028. Pur trattandosi di un flusso di vento solare non particolarmente intenso e veloce, essendo scaturito da un brillamento di potenza non elevatissima (la Classe X è la più potente in assoluto), le probabilità di forti tempeste geomagnetiche – e quindi aurore polari – in questo momento dell'anno è molto più elevato. In parole semplici, anche un flusso debole come quello di un brillamento M1 può dar vita a forti tempeste solari e aurore a medie e basse latitudini.

La ragione risiede in un fenomeno che gli scienziati chiamano Russell-McPherron Effect, in base al quale il periodo degli equinozi – e in particolar modo quello dell'equinozio di primavera – rende più probabile la comparsa di aurore e tempeste geomagnetiche significative. È noto da più di 70 anni che marzo è il mese geomagneticamente più attivo dell'anno, ma solo recentemente ne è stato capito il motivo. A causa dell'inclinazione dell'asse terrestre, che è responsabile dell'alternarsi delle stagioni (a loro volte legate al modo in cui cambia l'incidenza dei raggi solari), durante gli equinozi i campi magnetici del vento solare (che puntano a sud) si annullano con quelli del campo magnetico terrestre (che puntano a nord), generando quelle che gli scienziati chiamano “cracks” (crepe) nella magnetosfera terrestre. In altri termini, il campo magnetico si indebolisce e anche flussi di particelle non particolarmente energetici – come quello scaturito dal brillamento M1 – riescono a “sfondare” e innescare i fenomeni che sono alla base della formazione delle aurore polari. Ecco perché attorno all'equinozio di primavera sono più probabili bellissime aurore.

L'indice kP previsto per stanotte, con un picco attorno a 7. Credit: AuroraNow
L'indice kP previsto per stanotte, con un picco attorno a 7. Credit: AuroraNow

Al momento non abbiamo ancora alcuna certezza che stanotte l'aurora boreale (cioè un'aurora polare che si manifesta nell'emisfero settentrionale) farà capolino nei cieli italiani, tuttavia le previsioni sull'indice kP riportate da alcune applicazioni (come Aurora Now) e portali specializzati in meteo spaziale lasciano ben sperare. Purtroppo larga parte dell'Italia è attualmente funestata dal maltempo e c'è il rischio che il potenziale spettacolo di luci possa non essere visibile; l'unica cosa che possiamo fare è sperare che il cielo si schiarisca e che effettivamente si raggiunga un indice kP dal 7 in su. A quel punto l'aurora boreale e altri fenomeni aurorali – come i SAR – potrebbero tornare a brillare nei cieli italiani, come accaduto nel giorno di Capodanno 2025 ma anche a maggio e ottobre dello scorso anno.

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