Quali sono droghe più usate nelle città italiane: la risposta è nelle fogne

Ogni anno l'European Union Drugs Agency (EUDA) analizza le acque reflue contenute nelle fognature dei centri urbani per misurare l'andamento del consumo di droghe nelle principali città europee attraverso il gruppo SCORE (Sewage Analysis CORe group Europe), una rete europea istituita nel 2010 per standardizzare e uniformare il metodo di analisi in tutto il territorio europeo.
I dati per il 2024, pubblicati nello studio Wastewater analysis and drugs – a European multi-city study, presentano una novità per il contesto italiano: oltre a Milano e Bolzano, le città storicamente prese in considerazione nell'indagine europea, nell'ultimo rapporto sono stati analizzati campioni di acque reflue anche delle città di Bologna e Roma. Le analisi, che per le città italiane sono state condotte nei laboratori dell'Istituto Mario Negri, mostrano che il consumo di droga in Italia è rimasto stabile tra il 2023 e il 2024, per alcune sostanze anche in lieve aumento. Tuttavia, nonostante ciò l'Italia non si colloca tra i Paesi europei con il maggiore consumo.
Com'è stato condotto lo studio
Nello studio è stata indagata la presenza di sei sostanze stimolanti nelle acque reflue di circa 128 città e località di 26 Paesi europei, a cui sono state aggiunte Turchia e Norvegia. Per farlo sono stari raccolti prelevati campioni giornalieri di acque reflue dai depuratori all'interno di una settimana nel periodo tra marzo e maggio 2024. In totale sono stati raccolti i dati di 68,8 milioni di persone.
Ma come si può ricostruire il consumo di sostanze di una città a partire dalle acque presenti nelle sue fognature? I campioni vengono analizzati alla ricerca dei biomarcatori urinari della sostanza principale per anfetamine, metanfetamina, ketamina e MDMA e dei principali metaboliti urinari – ovvero le sostanze prodotte dal corpo a partire da una determinata sostanza – di cocaina e cannabis.
I risultati dell'indagine
Nel 2024 il dato più interessante emerso dal report è l'aumento dei rilevamenti di MDMA, cocaina e anfetamine, mentre sono in calo quelli di cannabis, i cui residui presenti nelle acque reflue sono risultati in diminuzione in 25 città su 51. Mentre per metanfetamine e ketamina sono stati individuati "modelli divergenti". Eppure, nonostante ciò, la cannabis resta la sostanza più consumata in Europa: nel 2024 ne hanno fatto uso 22,8 milioni persone, circa l'8% degli adulti europei tra i 15 e i 64 anni. Le città con la presenza più significativa nelle acque reflue sono quelle in Spagna, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo. La cocaina invece viene consumata soprattutto nei Paesi dell'Europa occidentale e meridionale.
Attraverso questo metodo di indagine, il report ha anche rintracciato altre informazioni relative alle modalità e alle abitudini dei consumatori di sostanze stimolanti illegali in Europa. Nello specifico, fatta eccezione per la cocaina, maggiormente presenti nelle grandi città, non sono state rilevate forti differenze nel consumo delle sostanze tra i grandi centri urbani e le località più piccole. Ma oltre alle differenze geografiche, lo studio ha fatto emergere anche un trend nel consumo settimanale di alcune sostanze: mentre infatti la concentrazione dei residui di cocaina, ketamina e MDMA è in genere più alta nel fine settimana (venerdì-lunedì), il consumo di anfetamina, cannabis e metanfetamina è risultato più uniforme nell'arco della settimana.
I dati in Italia
Se ci concentriamo sul contesto italiano, i residui rilevati nelle acque reflue sembrano in aumento per quasi tutte le sostanze (ovviamente nelle città in cui è stato possibile fare il confronto con gli anni precedenti). Vediamo i dati: il consumo di MDMA e quello di cocaina sono entrambi cresciuti a Milano rispetto al 2023, mentre a Bolzano, a fronte di un aumento del consumo di MDMA, quello di cocaina sembra in lieve diminuzione. A Milano cresce anche il consumo di ketamina, sia rispetto al 2023 che al 2024, mentre la presenza di metanfetamina sembra non aver subito differenze rilevanti, sebbene con un consumo maggiore nei grandi centri urbani piuttosto che nelle piccole località. Anche il consumo di cannabis resta costante sia a Milano che a Bolzano. La droga meno presente nelle acque reflue delle città italiana sono le anfetamine: il consumo – spiega l'Istituto Mario Negri – "risulta sporadico e molto ridotto e non è possibile osservare dei trend di consumo".
Tuttavia, occorre fare due discorsi distinti tra le città già prese in considerazione negli anni passati e per cui quindi disponiamo uno storico e le due città introdotte nello studio solo quest'anno, Roma e Bologna. “A livello europeo – ha spiegato Sara Castiglioni, responsabile del Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – osservando le città che hanno a disposizione dati storici e comparabili come per esempio Milano, l’Italia non si posiziona nella lista dei Paesi con più alto consumo di droga, nonostante l’uso sia rimasto costante, quando non in leggero aumento". Invece i dati di Roma e Bologna sono ancora parziali e verranno inseriti in uno studio su base nazionale più ampio, commissionato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga, che terrà conto dei dati relativi a 38 città.