I terremoti possono essere causati dalla Luna? Cosa dicono gli studi sulla relazione tra maree e sismicità

I terremoti possono essere causati dalla Luna? O meglio, dalla forza gravitazionale esercitata dalla Luna o dal Sole sulla Terra? Quest’idea, nota in astronomia come ipotesi di sizigia – dal greco syzygía (συζυγíα), che significa congiunzione o allineamento – è stata oggetto di diversi studi, che hanno esaminato la possibilità che le maree terrestri, cioè le deformazioni causate dalla posizione della Luna rispetto alla Terra, possano in qualche modo influenzare l’attività sismica terrestre.
Alcune ricerche, in particolare, hanno trovato piccole correlazioni (come ad esempio Kasahara, 2002), ma il collegamento tra l’aumento dell’attività sismica e i massimi delle maree non è stato ancora chiaramente dimostrato. Anche l’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna al perigeo (il punto della sua orbita più vicino alla Terra), anche in caso di Superluna (la Luna piena o nuova al perigeo), non è risultata sufficientemente diversa da modificare in modo significativo la probabilità di terremoti.
La maggior parte degli studi conferma che i terremoti tettonici sono causati dalle variazioni di stress lungo le faglie, derivanti dalla deformazione dovuta al movimento delle placche tettoniche e che, anche se esistesse una relazione tra la deformazione dovuta all’influenza della Luna e l’attività sismica, questa non può essere considerata un fattore determinante.
Né sarebbe di grande aiuto in termini di previsione dei terremoti, non essendoci alcun modo per misurare quando lo stress supera la soglia critica che innesca il cedimento di una faglia.
La correlazione tra terremoti e maree: cosa dicono gli studi
Come premesso, diversi studi non hanno evidenziato alcuna correlazione significativa tra aumento del numero di terremoti e le deformazioni terrestri dovute all’attrazione gravitazionale esercitata dalla Luna, come Kennedy et al., 2004.
Alcuni studi hanno però mostrato piccole correlazioni positive, plausibili perché le maree crescono e calano con periodi prevalentemente semi-diurni (12 ore) e quindicinali (14 giorni). Inoltre, le maree oceaniche caricano e scaricano di stress la crosta terrestre man mano che il livello del mare cambia: gli stress attesi, derivanti dalle maree terresti, (~4 kPa) sono tuttavia piuttosto inferiori a quelli derivanti dai movimenti delle placche tettoniche.
Secondo alcune analisi, come Cochran et al., 2004, è però possibile che durante le maree terrestri e, soprattutto, le maree oceaniche più elevate, come durante i periodi di Luna piena o nuova, alcuni terremoti siano più probabili.
“Le maree terrestri (la superficie terrestre si alza e si abbassa di un paio di centimetri) e, soprattutto, le maree oceaniche (la superficie dell'oceano si alza e si abbassa di un metro o più) aumentano e diminuiscono la pressione di confinamento sulle faglie poco profonde e inclinate vicino ai margini continentali e nelle zone di subduzione – spiega lo United States Geological Survey (USGS) in una nota di commento allo studio – . Quando la pressione di confinamento diminuisce, le faglie si sbloccano e hanno più probabilità di scivolare”.
Secondo i calcoli dei ricercatori, questa probabilità aumenta di un fattore di circa 3 durante le maree più elevate. “Ma occorre fermarsi un attimo e rendersi conto che la probabilità di fondo è, in generale, molto bassa in un dato luogo e anno (frazioni di percentuale) – evidenzia l’USGS – . Ciò significa che l’aumento di questa piccola probabilità di un fattore di 3 durante le alte maree si traduce comunque in una probabilità molto piccola”.