Impressionanti cascate rosso sangue filmate in Iran: il video dall’isola di Hormuz

Dall’isola di Hormuz, in Iran, stanno giungendo video spettacolari di cascate color rosso sangue che dalle falesie si lanciano su una spiaggia sottostante e sino al mare. Le immagini e la spiegazione dell’affascinante fenomeno.
A cura di Andrea Centini
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Una cascata rossa in Iran. Credit: Screenshot Facebook
Una cascata rossa in Iran. Credit: Screenshot Facebook

In questi giorni sono diventati virali i video e le immagini provenienti dalla "Spiaggia Rossa" (Red Beach) sull'isola di Hormuz, in Iran, per via delle impressionanti cascate rosso sangue che dalle falesie circostanti si riversano sulla sabbia, fino al mare. In molti video si vedono persone entusiaste che dalle rocce documentano l'affascinante fenomeno sotto la pioggia battente. Proprio gli acquazzoni torrenziali registrati in questi giorni nel Paese asiatico sono i responsabili delle “cascate di sangue”; si tratta infatti di un evento ricorrente, non eccezionale e ben conosciuto sull'isola iraniana, un piccolo lembo di terra emersa di appena 42 chilometri quadrati sito nello Stretto di Hormuz, incastonato nel suggestivo scenario del Golfo Persico. Ma da cosa dipende questa tinta rosso vivido?

La ragione risiede nel fatto che la sabbia e le rocce dell'isola di Hormuz sono ricchissime di ossidi di ferro, che hanno una caratteristico colore rossiccio. Questi composti sono responsabili della tinta rossa di molti fenomeni. Marte, ad esempio, è conosciuto come il “Pianeta Rosso” – come lo si vede al telescopio – perché la regolite marziana che ricopre la superficie è ricca di ossidi di ferro. Proprio in queste settimane è stato pubblicato uno studio su Nature Communications in cui gli scienziati dell'Università di Berna hanno dimostrato che il colore rosso non è dato dall'ematite, ma principalmente da un altro ossido di ferro chiamato ferridrite.

Anche in Antartide sono presenti delle cosiddette “cascate di sangue” associate al ghiacciaio Taylor; uno studio del Colorado College e dell'Università dell'Alaska Fairbanks ha determinato che l'acqua, prima di raggiungere il mare, entra in contatto con un deposito di acqua salmastra ricca di ferro nel cuore del ghiacciaio. La reazione con l'aria fa sì che si generano le inquietanti cascate di sangue, che risaltano in modo impressionante nel candido ambiente polare. Del resto, anche il sangue umano è rosso grazie all'emoglobina presente negli eritrociti (globuli rossi), che contiene appunto ferro.

Il pigmento rosso della sabbia e delle rocce dell'isola di Hormuz è chiaramente noto sin dall'antichità e da secoli viene utilizzato in molteplici settori, dall'industria tessile alla cosmetica, passando per ceramiche e vetreria. L'ocra che ne deriva, dovuta alla combinazione tra gli ossidi di ferro, l'argilla e la sabbia, viene chiamata “Golak” dai locali e addirittura viene utilizzata per preparare alcuni piatti tipici. Anche l'acqua del Golfo Persico che bagna le coste dell'isola talvolta si tinge di rosso o di rosa, in base all'intensità delle perturbazioni.

Il fenomeno attira un gran numero di turisti, ma le cascate e le spiagge rosse non sono l'unica attrazione dell'isola di Hormuz. Essa, infatti, è stata designata Important Bird Area (IBA) dall'organizzazione BirdLife International per la presenza di specie preziose di uccelli. Fra le più importanti figurano il gabbiano di Hemprich (Ichthyaetus hemprichii); il fraticello di Saunders (Sternula saundersi) e l'occhione maggiore indiano (Esacus recurvirostris). A rendere l'ambiente ancor più spettacolare la presenza di mangrovieti ricchissimi di biodiversità.

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