Come capire se chi ci chiama è reale o creato dall’IA: i rischi del caso Crosetto
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La truffa in cui è stata usata la voce di Guido Crosetto è da manuale. Nell'ultima settimana parecchi imprenditori italiani hanno ricevuto una telefonata direttamente dal ministro della Difesa. Domanda insolita. A ognuno di loro veniva chiesto di versare una cifra attorno al milione di euro a un conto corrente con base Hong Kong. I soldi dovevano servire per pagare il riscatto necessario a liberare dei giornalisti italiani rapiti in Medio Oriente.
Ovviamente era tutto falso. La voce di Guido Crosetto era stata clonata con l’intelligenza artificiale, i nomi dei responsabili del suo staff erano inventati e la costruzione di tutta la storia ricalcava quella di Cecilia Sala. La lista degli imprenditori contattati è lunga. Tra i tanti Giorgio Armani, c’è la famiglia Beretta e c’è anche la famiglia Aleotti, proprietaria del gruppo Menarini e anche Massimo Moratti che ha dichiarto: "Sembrava tutto vero".
Nessuno a creduto all’inganno. Solo in una caso, non specificato, è stato verso effettivamente un milione di euro. Ma come è stato possibile clonare la voce di Crosetto e organizzare tutta la truffa? E soprattutto, come è possibile capire se chi ci chiama è reale o è creato dall’intelligenza artificiale?
Lo schema della truffa del Ceo
Lo schema di truffa descritto in questo caso è una variante della truffa del Ceo. In breve, tutto si basa sul contattare una persona con cui si ha un rapporto di potere, o almeno di influenza. Viene chiesto di svolgere un compito urgente, spesso senza badare alle procedure e poi si spera che la persona contatta non osi dubitare di quanto richiesto.
Tutto questo è potenziato da tecniche di Spoofing, quella serie di pratiche che vengono usate per fingersi un’altra persona. Nel caso Crosetto ad esempio è stato usato un sistema di intelligenza artificiale per riprodurre la sua voce. Non sappiamo se fosse un messaggio registrato o, più probabile, un filtro vocale che permetteva al truffatore di modificare la sua voce in diretta.
Come evitare la truffa con le voci clonate
Il punto preoccupante è che non c’è nessun metodo tecnico per capire se dietro l’altro telefono c’è un deepfake. O meglio. Non c’è fino a questo punto. Negli ultimi mesi alcuni dispositivi stanno arrivando sul mercato con i primi filtri anti-deepfake. Al momento sono stati implementati solo per le videocall e permettono così di capire se la persona con cui stiamo parlando è reale o creata con l’intelligenza artificiale.
Per ora, in assenza di strumenti, l’unica cosa che si può fare è un esercizio di controllo. Se qualcuno vi chiama per chiedervi dei soldi, che sia un parente per 100 euro o un ministro della Repubblica per un milione di euro, la cosa migliore da fare è una doppia verifica attraverso un secondo canale. Se è un parente potete richiamarlo da un altro numero. Se è il vostro capo chiedere a un’altra persona in azienda con un ruolo di responsabilità. Se è un rappresentante delle istituzione potete contattare i canali ufficiali.
Nella maggior parte dei casi queste truffe non si basano su studi attenti dei rapporti sociali delle vittime. Un buon consiglio potrebbe essere anche solo chiedere un dettaglio durante la telefonata che sapete essere privato: da un ricordo di infanzia alla posizione della macchinetta del caffé.