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Cos’è la sindrome di Müller-Weiss che ha spinto Nadal al ritiro: sintomi e cause della malattia

Rafa Nadal ha annunciato il ritiro. Tra le ragioni, oltre all’età che avanza, una battaglia ventennale contro la sindrome di Müller–Weiss, una malattia di origine non nota e incurabile che colpisce uno specifico osso del piede chiamato osso navicolare. Tra sintomi e complicazioni figurano dolore insopportabile, deformità e difficoltà a camminare. Cosa sappiamo su questa malattia e quali sono i trattamenti.
A cura di Andrea Centini
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Rafa Nadal alle Olimpiadi di Parigi 2024
Rafa Nadal alle Olimpiadi di Parigi 2024

Il campione di tennis spagnolo Rafa Nadal, 38 anni, ha annunciato il ritiro dalla sua straordinaria carriera agonistica. Tra le ragioni della sua decisione c'è anche una rara malattia, la sindrome di Müller–Weiss, contro la quale sta combattendo da circa venti anni. Si tratta di una patologia idiopatica (cioè di origine sconosciuta), degenerativa, cronica e incurabile nella quale un osso del piede chiamato osso navicolare o scafoide tarsale collassa e si frammenta, come indicato nell'articolo “Clinical Presentation, Imaging Features, and Management of Müller–Weiss Disease” pubblicato da scienziati britannici sulla rivista Cureus. Tra i sintomi principali vi è un dolore insopportabile, che può rendere difficoltosa la corretta postura e la deambulazione. Possibili anche deformità del piede.

L'atleta di Manacor (isola di Maiorca), vincitore di 22 tornei del Grande Slam, durante un'intervista ha dichiarato di soffrirne da quando aveva 18 anni. La condizione lo ha costretto a continue infiltrazioni e altri trattamenti terapeutici per ridurre la sofferenza, ma ciò non gli ha impedito di brillare come uno dei più grandi tennisti di sempre (davanti a lui, per numero di Slam, solo il serbo Novak Đoković). Ora, anche a causa dell'età, ha deciso di appendere la racchetta al chiodo; lo farà dopo gli ultimi match in Coppa Davis, che si terranno proprio in Spagna (a Malaga) il prossimo novembre. Ecco cosa sappiamo sulla sindrome di Müller–Weiss.

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Cos'è la sindrome di Müller–Weiss

L'Organizzazione Nazionale per le Malattie Rare (NORD) spiega che la malattia di Müller–Weiss (MWD) è una “rara patologia del piede caratterizzata dalla deformazione dell'osso navicolare e dalla successiva artrite degenerativa precoce delle articolazioni vicine”. In parole semplici, l'osso navicolare – così chiamato per l'aspetto a forma di “navicella” – va incontro a frammentazione, deformazione e necrosi, causando danni anche nei tessuti circostanti. “Quest'osso è sottoposto a notevoli sollecitazioni e, per ragioni che non conosciamo, perde la sua vascolarizzazione e diventa necrotico”, aveva sottolineato in un'intervista il professor Didier Mainard, chirurgo ortopedico presso l'Ospedale di Nancy e presidente dell'Associazione francese di chirurgia del piede.

Nelle radiografie, evidenzia Orphanet, l'osso navicolare si presenta con una caratteristica forma di virgola a causa del collasso della sua porzione laterale e della protrusione di parti o dell'intero osso. Nel grado V della patologia – il più severo – si verifica la completa estrusione dello osso navicolare, che entra in contatto diretto con l'astragalo e le ossa cuneiformi del piede. Non è nota la causa scatenante, tuttavia si ritiene che la patologia sia innescata dalla morte delle cellule ossee dell'osso navicolare, una condizione conosciuta come osteonecrosi. È possibile che la condizione sia presente sin dalla nascita (congenita) come teorizzato da Müller nel 1927 e che, col passare del tempo, a causa del carico e delle sollecitazioni continue, si manifesti in età adulta. I professori Shady Hermena e Monica Francis spiegano che la malattia colpisce più comunemente le donne tra i 40 e i 60 anni.

Il caso di Nadal potrebbe sembrare anomalo, vista anche la giovanissima età in cui si è manifestata, ma secondo i medici ciò è dovuto al carico straordinario sulle ossa dei piedi determinato dall'attività agonistica. In pratica, ne era affetto sin dalla nascita in forma asintomatica e i sintomi si sarebbero palesati durante l'adolescenza a causa dello sport intenso. La malattia fu descritta per la prima volta da un medico nel 1925, tuttavia solo con il lavoro di Müller nel 1927 e quello del radiologo Weiss nel 1929 (ai quali si deve il nome) ne sono state comprese le caratteristiche principali. Il secondo, ad esempio, teorizzò che la sindrome fosse legata a un processo ischemico in grado di portare alla morte delle cellule ossee con conseguente deformazione.

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Sintomi e complicazioni della malattia di Müller–Weiss che ha colpito Nadal

L'associazione NORD spiega che la malattia, generalmente, si presenta come “un dolore leggero e persistente al mesopiede (la parte centrale del piede NDR) senza una storia di lesioni e progredisce in un dolore grave e debilitante che peggiora con l'attività di carico”. Il dolore può essere così intenso da poter influenzare negativamente la postura e la dinamica con cui si cammina, sino a rendere insopportabile la deambulazione. “L'instabilità laterale della caviglia e il dolore attorno ai tendini peronei sono manifestazioni frequenti nella presentazione della MWD”, evidenziano i professori Hermena e Francis. Il collasso e la frammentazione dell'osso navicolare, oltre a determinare gonfiore e dolorabilità in particolar modo nell'area dorsomediale del piede, possono sfociare anche in deformità del mesopiede e del retropiede, come il classico piede piatto e varo.  “Nei casi più severi e nelle persone che sottopongono i piedi a sforzi significativi, l'osso si disintegra, si appiattisce, può frammentarsi e, alla fine, può svilupparsi un'osteoartrite con un accorciamento dell'arco plantare”, aveva spiegato il professor Mainard.

Come si tratta la sindrome di Müller–Weiss

La malattia di Müller–Weiss è degenerativa e incurabile, pertanto non si può guarire. Tuttavia sono possibili dei trattamenti in grado di ridurre il dolore e correggere eventuali deformità (come il varo del tallone). I farmaci infiammatori e le infiltrazioni possono tenere a bada la sofferenza, mentre l'uso di plantari e calzature specifiche può aiutare a preservare la struttura del piede e la dinamica di deambulazione. Nei casi più gravi è possibile intervenire con la chirurgia per stabilizzare le articolazioni e rimuovere frammenti di osso, al fine di migliorare i sintomi e correggere eventuali deformità.

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