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Cancro, finalmente sappiamo come un gene mutato provoca i tumori: speranze per nuove terapie efficaci

Scienziati dell’Università di Chicago hanno scoperto come le mutazioni di gene chiamato TET2 possono alterare la formazione di cromatina nelle cellule e, di conseguenza, aumentare il rischio di cancro. Bloccando una specifica proteina associata a questo meccanismo i ricercatori sono riusciti a uccidere tutte le cellule della leucemia coltivate in laboratorio. Speranze per nuovi, promettenti farmaci.
A cura di Andrea Centini
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Le mutazioni di un gene noto come TET2 (Tet metilcitosina diossigenasi 2) sono associate a diverse tipologie di cancro – in particolar modo alle leucemie, tumori del sangue – così come ad altre malattie legate all'infiammazione. Fino ad oggi non era chiaro come tali mutazioni potessero innescare il cancro, ma gli scienziati hanno finalmente fatto luce sui complessi meccanismi biologici che possono favorire la proliferazione di cellule anomale e, di conseguenza, l'insorgenza delle neoplasie. Il gene TET2 è strettamente coinvolto nel processo della formazione della cromatina, un composto di DNA e proteine note come istoni impacchettato nel nucleo delle cellule, la cui funzione fondamentale è quella di proteggere il codice genetico e rendere agevole l'espressione dei geni. Questo immagazzinamento del DNA è influenzato da un altro processo guidato dall'RNA, a sua volta chiamato metilazione, nel quale un gruppo metile viene aggiunto a una determinata molecola. I ricercatori, in parole semplici, hanno scoperto come il gene TET2 controlla la metilazione dell'RNA e il modo in cui viene impacchettata la cromatina, con un potenziale terapeutico molto promettente.

È infatti evidente che, in presenza di mutazioni su questo gene fondamentale, possano insorgere anomalie nelle cellule in grado di catalizzare la comparsa del cancro. Ora, sapendo come agisce il gene TET2 mutato nello scombinare la cromatina, i ricercatori possono mettere a punto nuovi farmaci in grado di contrastare questo processo e, potenzialmente, prevenire alcune forme di cancro a esso associate. A scoprire in che modo questo gene influenza metilazione dell'RNA, immagazzinamento del DNA e conseguente rischio di cellule tumorali in caso di mutazioni è stato un team di ricerca guidato da scienziati del Dipartimento di Chimica dell'Università di Chicago, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Howard Hughes Medical Institute e del Dipartimento di Medicina Molecolare dello University of Texas Health Science Center di San Antonio. I ricercatori, coordinati dal professor Chuan He e dal dottor Zhongyu Zou, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una serie di eleganti esperimenti in laboratorio nei quali hanno rimosso vari geni e osservato cosa accadeva senza di essi.

In parole molto semplici, hanno scoperto che la funzione di controllo della metilazione orchestrata dal gene TET2 è associata a una modifica dell'RNA chiamata m5C, che a sua volta attrae una proteina conosciuta come MBD6; è proprio quest'ultima a giocare un ruolo fondamentale nella formazione della cromatina. Il gene TET2, spiegano gli scienziati, durante l'infanzia lascia più gioco libero alla proteina MBD6 agevolando la trasformazione delle cellule staminali in altre cellule del corpo; da adulti, tuttavia, TET2 "trattiene" questa proteina per evitare la proliferazione di cellule anomale. Se TET2 è mutato e la proteina MBD6 continua ad agire come nelle fasi iniziali della vita, ciò può catalizzare il rischio di cancro. “Se si ha una mutazione TET2 , si riapre questo percorso di crescita che potrebbe eventualmente portare al cancro, soprattutto nel sangue e nel cervello, perché questo percorso sembra essere il più importante nello sviluppo del sangue e del cervello”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor He. Basti sapere che in circa il 50 percento dei pazienti con leucemia mieloide croniche, nel 30 percento di coloro che soffrono di sindrome mielodisplastica e nel 10 percento dei pazienti con leucemia mieloide acuta sono presenti proprio mutazioni su questo gene.

L'aspetto più significativo di questa ricerca risiede nel fatto che, dopo aver “spento” attraverso l'ingegneria genetica la possibilità di produrre MBD6 in cellule leucemiche coltivate in laboratorio in piastre di Petri, tutte le cellule malate sono morte. In pratica, è stato individuato un nuovo, potenziale bersaglio terapeutico che potrebbe bloccare i tumori del sangue ed altre neoplasie associate alle mutazioni di questo gene. Inoltre, simili mutazioni vengono rilevate anche negli anziani e sono associate a un rischio superiore di malattie legate all'infiammazione come diabete, patologie cardiovascolari e ictus. Simili farmaci potrebbero dunque avere benefici ad ampio spettro, ma al momento siamo ancora molto lontani dalla possibile applicazione clinica, sebbene i ricercatori abbiano già avviato una startup proprio con l'obiettivo di svilupparli. I dettagli della ricerca “RNA m5C oxidation by TET2 regulates chromatin state and leukaemogenesis” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.

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