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Perché C/2023 A3 è chiamata “cometa del secolo” e cosa c’entrano i gatti con questi oggetti celesti

Se rispetterà le aspettative, la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) già visibile a occhio nudo ci regalerà uno spettacolo straordinario attorno alla metà di ottobre. Ecco perché viene chiamata “cometa del secolo” e perché questi corpi celesti vengono associati ai gatti.
A cura di Andrea Centini
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A sinistra la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS). Credit: C messier / Wikipedia
A sinistra la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS). Credit: C messier / Wikipedia

In questi giorni si parla molto della cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), soprannominata da molti “cometa del secolo”, anche se non tutti concordano con i toni entusiastici. Il corpo celeste scoperto a febbraio 2023 dal sistema Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) alle Hawaii e dall'Osservatorio della Montagna Purpurea in Cina ha appena superato il perielio – la distanza minima dal Sole – e la sua magnitudine (luminosità apparente) è in costante crescita. L'oggetto è già visibile dall'Italia ed è proprio la sua luminosità potenziale che le ha regalato l'altisonante appellativo.

Perché questa è la "cometa del secolo"

Al momento quello di “cometa del secolo” è un titolo sulla fiducia, dato che il vero exploit della luminosità è atteso attorno al perigeo (la distanza minima dalla Terra) che verrà raggiunto il prossimo 12 ottobre. Per allora, secondo i calcoli più ottimistici degli scienziati, ci attende una magnitudine apparente che potrebbe persino essere paragonabile a quella del pianeta Venere, il terzo oggetto più luminoso della volta celeste dopo il Sole e la Luna. Solo allora sapremo se effettivamente saremo innanzi alla vera cometa del secolo. Ma le comete, come è noto, sono oggetti dalla natura difficile da prevedere.

Perché le comete vengono associate ai gatti

L'astronomo, scrittore e divulgatore scientifico canadese David Howard Levy è il padre di quella che viene considerata la più celebre frase dedicata alle comete: “Le comete sono come i gatti: hanno la coda e fanno esattamente quello che vogliono”. La ragione risiede proprio nel fatto che sono oggetti molto imprevedibili, come i nostri amici felini. Non a caso hanno spesso disatteso le più ottimistiche previsioni. Diverse presunte “comete del secolo” si sono rilevate dei fuochi di paglia, proprio perché non è possibile fare previsioni accurate sulla loro luminosità.

Uno dei motivi è legato al fatto che sono oggetti composti prevalentemente da ghiaccio; avvicinandosi al Sole il nucleo cometario può disgregarsi in più pezzi facendo crollare repentinamente la luminosità e, di conseguenza, lo spettacolo astronomico. La cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) è sopravvissuta al perielio, la massima vicinanza al Sole e dunque alle temperature più elevate nel Sistema solare, ma non abbiamo ancora certezze del suo destino nei prossimi giorni. Sappiamo che al momento sta regalando uno spettacolo meraviglioso – soprattutto nell'emisfero meridionale – e nei prossimi giorni potrebbe farci un dono ancora più grande nel nostro. Non resta che attendere pazienti il 12 ottobre, incrociare le dita e sperare che il gatto faccia le fusa.

Quando C/2023 A3 arriverà al suo picco massimo di visibilità

Al momento la difficoltà principale nell'osservazione della cometa è legata al fatto che è visibile a ridosso dell'alba, molto bassa sull'orizzonte, ma le cose cambieranno totalmente tra una decina di giorni, quando la “palla di ghiaccio e polveri” farà capolino al tramonto nell'emisfero boreale. Col passare dei giorni si distanzierà sempre di più dal Sole e resterà più tempo nel firmamento, regalandoci una maggiore finestra osservativa. Attorno al perigeo ci si aspetta il picco di luminosità, favorito dal fenomeno forward scattering of sunlight (diffusione in avanti della luce solare), che in pratica illumina la cometa “dalle spalle”. Nella settimana tra il 14 e il 20 ottobre potrebbe esserci il migliore equilibrio tra luminosità del corpo celeste e permanenza nel cielo serale, quello che dovrebbe permettere alla maggior parte delle persone di poterla osservare e fotografare. Ma come la storia delle comete insegna, nonostante calcoli e modelli previsionali non abbiamo alcuna certezza che la cometa C/2023 A3 rispetterà le ottimistiche previsioni.

Nel momento in cui stiamo scrivendo, la mattina del 1 ottobre 2024, il dato effettivo sulla sua magnitudine è di 2.2, come riportato dal portale specializzato astro.vanbuitenen.nl. È un risultato migliore di 0.6 punti rispetto al valore di 2.8 registrato il 27 settembre, giorno in cui la cometa ha raggiunto il perielio. Ricordiamo che la magnitudine di un oggetto celeste si basa su una scala inversa, pertanto più è basso il valore, maggiore è la luminosità dello stesso. I valori possono essere anche ampiamente negativi; la magnitudine del Sole, ad esempio, è – 26,85, mentre quella di Venere è compresa tra – 3,5 e – 4,5 in base alle condizioni. La cometa C/2023 A3 ha già ampiamente superato il limite di osservabilità per l'occhio umano (fissato a 6.0) e alcuni hanno già avuto la fortuna di poterla ammirare a occhio nudo, soprattutto nell'emisfero australe (meridionale) dove al momento sta regalando il massimo spettacolo. Ma ci sono segnalazioni che alcuni sarebbero riusciti già a vederla senza strumenti nei cieli d'Italia più bui e stellati, privi di inquinamento luminoso.

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