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“Ero una politica ma i porno deepfake hanno rovinato la mia vita”: la storia di Sabrina

Non è la prima e non sarà l’ultima. È già successo a Taylor Swift, Rose Villain, Emma Watson e Michelle Obama. E la lista delle ragazze comuni è ancora più lunga. Le analisi hanno rilevato che il 99% delle vittime sono donne. Il deepfake è diventato uno strumento usato anche per colpire politiche, attiviste, intellettuali, artiste. Serve per screditarle, intimidirle e umiliarle.
A cura di Elisabetta Rosso
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Sabrina Javellana è seduta, come ogni mattina, davanti al municipio di Hallandale Beach, in Florida. Deve entrare a lavoro ma prima controlla i suoi account social. Apre Instagram e trova un messaggio strano. "Ciao, volevo solo farti sapere che qualcuno sta condividendo foto di te online e sta parlando di te. Lui sostiene di essere uno dei tuoi "amici" maschi ". Javellana chiede spiegazioni, dopo pochi secondi sullo schermo compare una foto. "Ero io in piedi davanti a uno specchio a figura intera con la testa inclinata di lato, e sorridevo. Avevo pubblicato un selfie quasi identico, in cui indossava un top girocollo marrone e una gonna coordinata, su Instagram nel 2015. Era esattamente la stessa foto", ha raccontato Javellana al New York Times, "ma non indossavo vestiti".

Javellana dopo aver vinto un seggio nella commissione cittadina di Hallandale Beach nel 2018, all'età di 21 anni, è diventata una delle più giovani funzionarie elette nella storia della Florida, Stati Uniti. Ma quando scopre le immagini deepfake che l'hanno spogliata artificialmente e data in pasto al web tutto cambia. La prima reazione è stata la vergogna, poi la paura. "Ho smesso di camminare da sola di notte e iniziato a controllare tre volte che porte e finestre fossero chiuse a chiave prima di dormire". Javellana ha anche rimosso le foto di se stessa in costume da bagno, cambiato modo di vestire, e deciso di non candidarsi per la rielezione alla commissione cittadina. "Mi sentivo come se non avessi scelta su di me e sul mio corpo", ha detto Javellana. "Non avevo alcun controllo sull'unica cosa in cui mi trovo ogni giorno".

Come i deepfake hanno cambiato la vita di Sabrina

Dopo aver scoperto i deepfake per Sabrina diventa più difficile partecipare agli eventi stampa, parte fondamentale dei suo lavoro, "mi saliva l'ansia ogni volta che qualcuno mi puntava una telecamera addosso". Comincia a coprire il suo corpo, nessuna maglietta scollata o gonna corta, "cambiare stile mi faceva sentire di avere il controllo, anche se non era così". Decide di non parlarne con la madre, il fratello, con nessun altro. Perché la paura più grande è non essere creduta. Quelle immagini, anche se finte, alla fine, sembrano vere.

Javellana non è la prima e non sarà l'ultima. È già successo a Taylor Swift, Rose Villain, Michelle Obama, Emma Watson. E la lista delle ragazze comuni è ancora più lunga. Le analisi hanno rilevato che il 99% delle vittime sono donne. Il deepfake è diventato uno strumento, usato anche per colpire politiche, attiviste, intellettuali e artiste. Serve per screditarle, intimidirle e umiliarle.

Un vuoto legale per i casi di deepfake

Dopo aver scoperto le immagini Javellana decide di rivolgersi alla divisione di criminalità informatica del Florida Department of Law Enforcement (FDLE) e a uno studio legale specializzato in deepfake. Il caso rimane però bloccato. Nonostante 47 stati abbiano approvato leggi contro l'abuso di immagini intime, nessuna di queste è applicabile ai casi di deepfake. Non c'era nulla che potesse fare per eliminare le immagini da internet.

Il fenomeno deepfake ha radici profonde, ma nell’ultimo periodo, con gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, è estremamente semplice realizzare nudi artificiali. E infatti, la tecnologia in grado di creare immagini false ma realistiche, è diventata lo strumento perfetto per creare sul web materiale pornografico. Eppure manca un quadro normativo e un controllo preventivo da parte delle piattaforme che permettono la creazione dei materiale deepfake.

La battaglia di Javellana

Una mattina di gennaio 2022 Javellana apre il giornale e legge un articolo su un nuovo disegno di legge per mettere fuori legge i deepfake presentato dalla senatrice democratica dello stato della Florida Lauren Book, anche lei, come Javellana, vittima dei deepnude. Decide di ringraziarla pubblicamente con un post e per la prima volta racconta a tutti cosa è successo.

"Sono rimasta traumatizzata l'anno scorso quando ho scoperto che venivano realizzate immagini ‘deepfake' di me. Le ho portate al FDLE ma non sono stati in grado di indagare sulla fonte perché la legge della Florida non affrontava questo problema. Grazie @LeaderBookFL per il tuo lavoro su questo, e mi dispiace tanto che ti sia successo". Book le telefona, si raccontano tutto, iniziano una collaborazione "abbiamo cominciato ad affrontare questa cosa insieme, e in un certo senso stavamo guarendo". Javellana decide così di testimoniare a sostegno del disegno di legge durante un'udienza della commissione.

Perché le leggi non bastano

A gennaio, il Congresso degli Stati Uniti ha presentato una legge federale chiamata Disrupt Explicit Forged Images and Non-Consensual Edits Act del 2024, approvata poi dal Senato. Se promulgata, la legge permetterà alle vittime di richiedere 150.000 dollari per i danni e di presentare ordini restrittivi temporanei. Eppure è un successo a metà. Perché al di là dei risarcimenti e delle tutele, le immagini continueranno a circolare. È quasi impossibile garantire una rimozione completa una volta che le immagini sono state pubblicate. Non c'è possibilità di bloccarle. Anzi. Javellana ad aprile 2024 ha trovato nuovi deepfake pubblicati su 4chan. "A questo punto, continueranno a spuntare. Non finirà mai, devo accettarlo".

Javellana ha deciso di diventare assistente del sindaco democratico della contea di Broward e di non candidarsi per la rielezione alla commissione cittadina. "Mi sento più sicura lontano dagli occhi del pubblico, ho sentito che era la mia unica opzione".

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