Informazione in Rai: vietato trattare lo stesso argomento prima di 8 giorni
La Rai dovrà trattare un tema di attualità soltanto una volta a settimana, almeno stando all'interpretazione che alcuni giornalisti di punta del servizio pubblico danno alla bozza dell'atto di indirizzo sul pluralismo della Commissione parlamentare di Vigilanza per la Rai, rivolto al Consiglio di Amministrazione di viale Mazzini che dovrà tradurlo in regolamento interno. Fa temere l'interpretazione più restrittiva che potrebbe essere data all'atto: se il lunedì un programma di approfondimento come Porta a Porta tratta una determinata tematica, per il resto della settimana né Annozero né Ballarò potranno incentrasi su quello stesso tema. Si paventa una censura preventiva, simile a ciò che accadde nel 2010 in vista delle elezioni regionali, quando i talk-show di approfondimento politico vennero sospesi durante il periodo di par-condicio. La bozza è stata presentata dal capogruppo del Pdl, Alessio Butti, durante la seduta della commissione di Vigilanza sulla Rai. La finalità espressa nel documento è quella di garantire “l'originalità dei palinsesti” facendo in modo che i temi prevalenti trattati da un programma non costituiscano il tema di approfondimento trattato anche da altri programmi, su altre reti, del servizio pubblico. Almeno, non nell'arco di otto giorni successivi alla messa in onda del programma. Nel mirino ci sono trasmissione come Annozero, che mandano in onda anche le intercettazioni.
Inoltre, si deve garantire che il tema sia trattato in modo imparziale grazie alla compresenza di “giornalisti di diversa estrazione culturale”. Bisogna, quindi, che sia garantito sempre il contraddittorio, ma è lo stesso Gianluigi Paragone – l'anti-Santoro che con il suo talk-show L'Ultima Parola fa da contraltare ad Annozero – a bocciare l'idea: si richia che troppi conduttori creino confusione durante la puntata. Lucia Annunziata è più drastica e vede nell'avvicinarsi delle elezioni amministrative del 2011 la vera ragione di questa bozza: “S’avvicinano le elezioni. E per questo si preparano a sospendere l’informazione”. Infatti, il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha congelato i palinsesti da marzo a giugno, proprio in concomitanza con la tornata elettorale. Forse si vuole neutralizzare lo scandalo Rubygate durante la chiamata alle urne.
La commissione di Vigilanza Rai pensa anche a come bilanciare gli editoriali di commentatori quali Marco Travaglio: “Quando la trasmissione prevede l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi, è indispensabile garantire uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali”. Ma ci sono anche bordate contro il direttore del Tg1, Augusto Minzolini. È Fabrizio Morri, del Partito Democratico, a dichiarare che i “direttori di rete e di testata devono evitare di rappresentare i propri giudizi personali o valutazioni che non siano improntati alla massima imparzialità e obiettività”.