Industria e costruzioni in crisi. Cisl: “136mila posti di lavoro sono a rischio”
Ci sono 136.616 lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro durante quest’anno, in aumento di 13.486 unità rispetto alle previsioni del 2013 (+11%). E' quanto emerge dal XI rapporto Industria della Cisl. I sei anni di crisi, 2008-2013, sono costati all’Italia circa 900 mila posti di lavoro di cui 490mila, il 58,9%, nel Sud, solo lo scorso anno. E nel 2014, come detto, non andrà meglio. “La crisi ha colpito soprattutto l'industria manifatturiera e le costruzioni, che hanno subito complessivamente, tra il 2008 e il 2013, quindi in 5 anni, circa l'89% della diminuzione totale degli occupati", si legge nel rapporto del sindacato, che sottolinea come la perdita di posti nel comparto sia stata pari a "482.396 mila". Solo le esportazioni, tornate nell'ultimo trimestre del 2013 quasi ai livelli della fine del 2007, hanno impedito una caduta catastrofica dei livelli produttivi.
In costante crescita gli interventi per chi ha perso il lavoro
La Cisl vede "in costante crescita il numero di interventi per le persone che hanno perso il lavoro", facendo segnare una crescita del 66,5% in tre anni (2010-2013) degli "interventi di sostegno", arrivati a superare quota 2 milioni. A registrare l'impennata maggiore i lavoratori in mobilità con il +81,8%, un mini esercito di 217.597 persone solo nello scorso anno. Aspi (l'assicurazione sociale per l'impiego) e miniAspi, entrati in funzione nel 2013, hanno assorbito quasi interamente i vecchi trattamenti di disoccupazione e sono stati di alla grande gli interventi più diffusi: 1.330.828 quelli per Aspi e 479.199 per mini Aspi.
Cassa integrazione, crollano richieste
A giugno sono state autorizzate 74,5 milioni di ore di cassa integrazione, facendo registrare un vero e proprio crollo sia rispetto al mese precedente (-22,7%), sia rispetto allo stesso mese del 2013 (-24,3%). E' quanto emerge dal rapporto mensile della Uil sulla cassa integrazione. Si tratta infatti della richiesat più bassa degli ultimi 12 mesi, sottolinea anche la Cgil, che tuttavia segnala per il periodo gennaio-giugno "un'assenza completa di attività produttiva per più di 540mila lavoratori", con una perdita per ognuno di "oltre 3.900 euro".
L'allarme della Cisl
Secondo il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra, "l'Italia non può permettersi di perdere il proprio patrimonio di capacità industriali, per l'oggi e per le nuove generazioni. Le sole azioni per l'ulteriore modifica del mercato del lavoro rischiano di essere inutili, se non dannose, creando una pericolosa altalena fra attese ed incertezze". Per questo, afferma Sbarra, "ci si dovrebbe concentrare solo su ciò che è rimasto incompiuto, vale a dire il necessario allargamento delle tutele in caso di crisi aziendale e disoccupazione, il contrasto al falso lavoro autonomo e il decollo delle politiche attive del lavoro, per il contrasto alla disoccupazione e al crescente ricorso agli ammortizzatori sociali”.