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Indagato Francesco Belsito, il tesoriere della Lega Nord

Carabinieri e GdF nella sede del partito di Bossi a Milano. L’accusa dei pm nei confronti di Belsito è appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato, in relazione ad una vicenda legata ai rimborsi elettorali. L’operazione riguarda anche il caso degli investimenti del Carroccio in Tanzania.
A cura di Biagio Chiariello
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appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato in relazione ad una vicenda legata ai rimborsi elettorali.

Il fenomeno dei finanziamenti illeciti sembra proprio non avere colore politico. Dopo il caso Lusi della Margherita, toccherà al tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito rispondere delle accuse di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato in relazione alle sovvenzioni pubbliche che il Carroccio percepisce come rimborsi elettorali. Dall'alba Carabinieri del NOE e Guardia di Finanza stanno effettuando perquisizioni nella sega del partito leghista in Via Bellerio a Milano. Insieme a loro ci sarebbe anche il noto pm napoletano Henry John Woodcook. I presunti reati fanno riferimento ad un periodo tra il 2010 e il gennaio 2012.

QUEGLI INVESTIMENTI IN TANZANIA –L’operazione, in collaborazione tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, riguarda il caso degli investimenti in Tanzania effettuati da Belsito, un caso che aveva innalzato un polverone anche tra gli stessi membri del partito leghista. Nel registro degli indagati sono scritti anche i nom di Stefano Bonet e Paolo Scala. L'inchiesta è partita proprio dalle indagini su alcune transazioni finanziarie effettuati dai due uomini d'affari. I pm Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Roberto Pellicano vi hanno riscontrato delle irregolarità che hanno portare ad ipotizzare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, in relazione agli investimenti della Lega, oltre che in Africa, anche a Cipro e in Norvegia. Dopo le polemiche in merito al valore dell'impiego di quel denaro, in difesa del tesoriere si era speso lo stesso Bossi, giustificando gli investimenti all'estero col rischio di default dell'Italia.

TRUFFA AI DANNI DELLO STATO –Oltre che in Via Bellerio, i carabinieri e le fiamme gialle stanno perquisendo anche la sede della Siram, società che si occupa di energie rinnovabili e servizi ambientali. In questo caso, si parla di un'altra tipologia di accusa che vede coinvolti Bonet e Belsito per truffa ai danni dello Stato, in riferimento ad una serie di erogazioni concesse sotto forma di credito di imposta alla stessa società. Perquisizioni sono in corso pure a Genova, primo perché il tesoriere leghista è originario del capoluogo ligure, secondo perché Bonet era socio di Belsito in una immobiliare con sede proprio a Genova. Esclusi, invece, dalle perquisizioni le strutture risultate nella disponibilità di parlamentari.

Guardia di Finanza e Carabinieri alla sede della Lega Nord a Milano

DALLA ‘ NDRANGHETA A LAVITOLA-  Per quel che riguarda il filone calabrese, Belsito è indagato per riciclaggio. Secondo l'accusa, il tesoriere era entrato in contatto con Romolo Girardelli, un faccendiere a sua volta legato ad alcuni membri della cosca De Stefano di Reggio, la più potente della città insieme a quella dei Condello. L'uomo avrebbe procurato "affari" anche allo stesso Stefano Bonet e all'avvocato Bruno Mafrici. Per quel che riguarda i pm napoletani, sembra siano arrivati a Belsito ei suoi "uomini", partendo dalle indagini concernenti la presunta estorsione di denaro della coppia Lavitola-Tarantini all'ex premier Silvio Berlusconi. C'è da dire che nelle ultime settimane il partito di Bossi è finito al centro della bufera che aveva investito il Pirellone con l'inchiesta per corruzione a carico di Davide Boni.

"BELSITO SI DEVE DIMETTERE"– Tra i vertici del partito, arrivano i primi commenti. E' l'ex Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ad affermare che Belsito "deve fare un passo indietro", cosa che era stata già decretata qualche settimana fa, ma ciò non è accaduto, perché "chi doveva decidere" non lo ha fatto, sottolinea polemicamente Maroni. Nel commentare le perquisizioni in Via Bellerio, il futuro leader leghista, afferma che bisogna "reagire, dimostrando di non avere nulla da nascondere". Gli fa eco Matteo Salvini, che parla di  "gentile visita" della Gdf nella sede della Lega Nord, ma "non abbiamo nulla da nascondere, comunque in Lega se qualcuno sbaglia paga". Per il reato di appropriazione indebita, il Carroccio potrebbe essere parte lesa.

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