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Inchiesta rifiuti, chi è Nunzio Perrella: da boss pentito a infiltrato per Fanpage.it

Ex boss di camorra, collaboratore di giustizia, scritto e infiltrato: ecco chi è Nunzio Perrella, il protagonista di “Bloody Money”, l’inchiesta video realizzata da Fanpage.it sul sistema illecito di smaltimento dei rifiuti in tutta Italia.
A cura di Redazione
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Nunzio Perrella, ex boss di camorra, nell'inchiesta di Fanpage.it.
Nunzio Perrella, ex boss di camorra, nell'inchiesta di Fanpage.it.
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Boss della camorra, poi pentito e collaboratore di giustizia. E ancora, scrittore e poi infiltrato per Fanpage.it, anche se qualcuno l'ha definito un "agente provocatore". Nunzio Perrella è il protagonista dell'inchiesta video "Bloody Money" del giornale diretto da Francesco Piccinini. È grazie al suo ruolo di infiltrato, con tanto di telecamera nascosta, che il giornalista Sacha Biazzo, nel suo lavoro, è riuscito a raccontare quanto il legame tra sistema dello smaltimento illecito dei rifiuti e criminalità organizzata sia ancora ben saldo, coinvolgendo tanto il Nord del Paese quanto il Sud, tanto imprenditori quanto politici, senza alcuna distinzione di partito. Ma chi è davvero Nunzio Perrella?

Perrella, il boss e il business dell'oro nero della monnezza

Nunzio Perrella comincia ad imporsi come boss di camorra tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta. Fa parte del clan Perrella del Rione Traiano, nella zona a sud-ovest della città partenopea, che aveva consolidato la sua forza a seguito della scissione con il clan Puccinelli portando avanti scontri violenti e omicidi fra le due famiglie. È fratello di Mario, capo storico dei Perrella, molto attivi inizialmente nel traffico di droga e di armi, prima di essere arrestato. Sorte che è toccata anche a Nunzio, finito in manette nel 1992. Qualche tempo dopo decide di diventare collaboratore di giustizia, aiutando la magistratura a indagare in un settore, quello dello smaltimento illecito dei rifiuti, che mai era stato preso in considerazione prima di allora. Al giudice Franco Roberti dirà che "la monnezza è oro" perché "rende di più e soprattutto si rischia molto meno". Le sue rivelazioni, messe a verbale nel carcere di Vicenza, hanno fornito agli inquirenti dettagli fondamentali per individuare e ricostruire i luoghi esatti in cui gli scarti tossici, di qualsiasi tipo, in particolare quelli industriali altamente pericolosi, venivano sversati a tonnellate, anche "dove oggi sorgono delle abitazioni", con tragiche conseguenze per l'inquinamento ambientale e la salute umana. Insomma, ha spiegato da dove nasce la cosiddetta "Terra dei fuochi".

La libertà e il libro rivelazione sul business dei rifiuti

Tornato in libertà dopo 20 anni e scaduto il programma di protezione che lo Stato garantisce ai pentiti, Perrella ha cominciato a scrivere libri e a rilasciare interviste a testate di diverse regioni italiane, fornendo ancora particolari raccapriccianti sui rifiuti pericolosi seppelliti ovunque nel Paese. Chi pensa, infatti, che il problema dei rifiuti sia confinato solo al territorio di Napoli e provincia si sbaglia di grosso: i veleni vengono sversati, a sua detta, anche in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte. Nel gennaio del 2017 viene pubblicato per Cento Autori "Oltre Gomorra. I rifiuti d’Italia", che l'ex boss ha realizzato con Paolo Coltro. Come scrive la giornalista ed ex senatrice Rosaria Capacchione, che lo stesso Perrella aveva confidato di avere intenzione di uccidere per il suo impegno nel raccontare le vicende di camorra, "il pentito dice subito che ha ancora molto da raccontare e far scoprire e che vorrebbe collaborare ancora con la magistratura. Per ritrovato senso civico? Per calcolo? Per riguadagnarsi lo stipendio da pentito? Non lo sappiamo e non ha neppure molta importanza: prima di lui lo hanno fatto in tanti, e da sempre". Nel libro non mancano i dettagli più inquietanti: "Dieci lire al chilo per la camorra, 25 lire al chilo per la politica – mette nero su bianco Perrella -. Ho festeggiato due miliardi in contanti al ristorante, una sera. E ancora mi chiamano, dopo anni. E sono grandi industriali, non piccoli".

Gli episodi dell’inchiesta

Perrella e il ruolo di infiltrato nell'inchiesta "Bloody Money"

Come lui stesso ha raccontato, dopo essersi proposto di nuovo come infiltrato nell'ambiente a Procure e uffici investigativi, che però hanno rifiutato la sua proposta, Perrella ha deciso di provarci con Fanpage.it. "Nessuno mi ha voluto aiutare – dice l'ex boss all'inizio di ognuno dei sei video dell'inchiesta curata da Sacha Biazzo -. Mettendo a rischio la mia vita e quella della mia famiglia, l'ho fatto perché tutti sanno e nessuno fa niente". Su come sono entrati in contatto, il direttore Francesco Piccinini ha spiegato: "Stavamo indagando su come la camorra smaltisce i veleni e lui ci ha condotti in un terreno a Ferrara dove erano state sepolte grandi quantità di amianto. Si è sparsa la voce che era tornato a occuparsi di rifiuti e gli sono arrivate mille proposte. Allora abbiamo pensato di mettergli una telecamera addosso".

Per cinque mesi Perrella, accompagnato dal giornalista, dopo aver messo in giro la voce di un suo ritorno nel business dei rifiuti, ha viaggiato da un lato all'altro della Penisola, contattato da faccendieri, imprenditori e uomini politici che vogliono fare affari con lui. In oltre 900 ore di girato, sono documentati i suoi incontri, sempre con il volto nascosto da una sciarpa, cappello e occhiali scuri, in cui c'è di tutto, non solo l'attività criminale legata al business della monnezza, ma anche la corruzione di pubblici ufficiali e di personaggi legati al mondo dell'industria italiana.

Le prime tre puntate e l'indagine della Procura di Napoli

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L'inchiesta di Fanpage.it sui rifiuti causa un vero e proprio terremoto in Campania. È in questa regione che sono ambientate le prime puntate di "Bloody Money", da cui ne scaturisce una parallela indagine giudiziaria da parte della Procura della Napoli, che sequestra anche le 900 ore di girato e perquisisce la redazione del giornale diretto da Francesco Piccinini. Non solo. A essere perquisiti sono anche gli uffici di Luciano Passariello, candidato alla Camara alle Politiche 2018 per Fratelli d'Italia, Agostino Chiatto, suo uomo di fiducia e dipendente della Sma, l'azienda regionale che si occupa delle bonifiche ambientali, e il suo consigliere delegato Lorenzo Di Domenico. Tra i nomi degli indagati c'è anche quello di Roberto De Luca, secondogenito del presidente della Regione Campania Vincenzo e assessore a Bilancio e Sviluppo del Comune di Salerno, che compare nel secondo video dell'inchiesta. Infine, nel terzo e ultimo filmato realizzato a Napoli, Perrella incontra anche il presidente del Cda della Sma e consigliere regionale, Biagio Iacolare, e il suo avvocato Rory Oliviero, che chiede a Perrella 50mila euro di mazzette per concludere l’affare legato all'appalto per lo smaltimento dei fanghi tossici all’azienda amica. Nell'ambito delle indagini condotte dalla procura di Napoli, risultano indagati infine anche il direttore di Fanpage.it e il giornalista che ha condotto il lavoro, Sacha Biazzo, con l'accusa di "induzione alla corruzione". Anche Perrella è iscritto nel registro.

"Bloody Money" al Nord: l'incontro con la Dama di Mezzo e la cricca del "ragioniere"

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Dopo la consegna della valigetta con i 50mila euro a Rory Oliviero in una piazza di Napoli, l'inchiesta sui rifiuti di Fanpage.it si sposta al Nord, e precisamente in Veneto. È qui che Perrella entra in contatto con quella che è stata ribattezzata la "Dama di Mezzo". Si tratta di Maria Grazia Canuto, ex docente universitaria e moglie di un ufficiale dell'Esercito, che si presenta come intermediaria per una cordata di imprenditori nell'ambito di un grosso progetto industriale a Marghera e che chiede all'ex boss ben 2,8 milioni di euro per portare a termine l'operazione. "Questi sono soldi della camorra", viene avvertita la donna, "sono soldi che vengono dalla camorra, droga", addirittura un sequestro del 2004, tiene a precisare l'infiltrato di Fanpage.it, Nunzio Perrella. La donna non si scompone: "e che problema c'è?". La consegna del denaro avverrà poi alla presenza della Dama di Mezzo e di un noto imprenditore del Nord-est all'interno di un trolley, in cui sono stati posizionati pacchi di pasta (paccheri) a loro insaputa. Nel quinto video online, un trafficante di rifiuti offre a Perrella un nuovo affare legato allo smaltimento, che viene ben illustrato da un nuovo personaggio, ribattezzato "il ragioniere". Questa volta, però, l'affare è legato a un impianto di riciclaggio di rifiuti in provincia di Verona. Manca ancora un puntata alla conclusione di "Bloody Money": chissà quale sarà la prossima tappa del lungo viaggio di Perrella nel mondo illecito dei rifiuti.

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