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Inchiesta Finmeccanica-Enav: le tangenti ai politici nei verbali di Cola e Di Lernia

I due “pentiti” raccontano delle dazioni di denaro ai partiti politici. In prima fila Udc, An e Forza Italia.
A cura di Alfonso Biondi
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Inchiesta Finmeccanica-Enav le tangenti ai politici nei verbali di Cola e Di Lernia
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Da una parte la politica, la sua influenza sulle nomine  e le continue pressioni per avere denaro; dall'altra un manipolo di alti dirigenti pronti a creare fondi neri e a indirizzare le gare d'appalto al fine di soddisfare ogni richiesta della politica. E' un sistema corrotto e malato quello che viene fuori dalle carte dell'inchiesta Finmeccanica-Enav, un sistema nel quale politica e impresa si intrecciano in maniera perversa e indissolubile.

Secondo gli inquirenti, i vertici di Finmeccanica e Selex, Pierfrancesco Guarguaglini e Marina Grossi, sua moglie, sarebbero stati pienamente consapevoli dell'illegalità sulla quale poggiava il sistema; così come Lorenzo Borgogni, fresco dimissionario dalla carica di responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, considerato dalla Procura di Roma il canale preferenziale attraverso cui mantenere le relazioni con l'azienda.

A gettare luce sull'oscura faccenda sono Tommaso di Lernia, proprietario della"Print Sistem", e Lorenzo Cola, consulente di Finmeccanica: sono loro due a raccontare al pm Paolo Ielo come funzionavano le cose e a fare i nomi di politici eccellenti che avrebbero fatto parte del sistema. In prima fila quelli di Udc, An e Forza Italia. Lorenzo Cola parla di un vero e proprio "tavolo delle nomine" costituito in seno alla maggioranza del 2001 composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega

Di Lernia racconta di aver consegnato in data 2 febbraio 2010 200mila euro in contanti al tesoriere dell'Udc Giuseppe Naro. La dazione sarebbe avvenuta nella sede romana dell'Udc a Piazza di Spagna alla presenza dell'amministratore delegato di Enav Pugliesi. "Pugliesi  mi disse che quei soldi erano destinati a Casini" ha rivelato Di Lernia agli inquirenti. Quest'ultimo ha anche segnalato l'assegnazione di alcuni appalti a Venezia alla "Costruzioni e Servizi", società vicina a Follini, all'epoca vicepresidente del Consiglio". Insomma il rapporto con l'Unione Di Centro avrebbe radici molto datate.

Di Lernia racconta che il manager Raffaele Rizzo "favoriva le imprese che erogavano finanziamenti alla frangia romana riconducibile al sindaco Gianni Alemanno". Il proprietario della"Print Sistem" rivela di aver saputo da Pugliesi che gli imprenditori portavano i soldi nell'ufficio di quest'ultimo che a sua volta li girava agli uomini di An. Emblematica secondo Di Lernia fu l'acquisizione di un ramo d'azienda della "Optimatica"per 15 milioni di euro, cifra decisamente fuori mercato. L'Optimatica era una società ritenuta vicina al Ministro Altero Matteoli, dato che finanziava una fondazione a lui riconducibile. A tale azienda vennero poi affidati appalti per 9,9 milioni di euro, una cifra stanziabile solamente con la firma dell'amministratore delegato. Secondo Di Lernia i buoni rapporti tra Matteoli e  Pugliesi assicurarono a quest'ultimo la riconferma.

Di Lernia avrebbe poi finanziato l'Officina delle libertà di Aldo Brancher (Pdl) in cambio dell'impegno di quest'ultimo di attivarsi col governatore della Sicilia Lombardo affinché venissero sbloccati i fondi Fas per l'aeroporto Falcone- Borsellino.

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