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Incendio alla cattedrale di Notre Dame

Incendio Notre Dame, il primo allarme è stato ignorato a causa di un bug informatico

Il primo allarme anti-incendio scattato a Notre Dame alle 18:20 di lunedì 15 aprile è stato ignorato a causa di un errore nel sistema informatico. È quanto riferito da due agenti della sicurezza: l’origine delle fiamme è stata dunque trovata almeno 20 minuti dopo, quando ormai era già troppo tardi. Intanto, c’è ancora il rischio di crolli: in pericolo soprattutto i frontoni laterali.
A cura di Ida Artiaco
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Continuano gli aggiornamenti sull'incendio che ha quasi distrutto la cattedrale di Notre Dame a Parigi. Secondo le ultime indiscrezioni, rese note dal quotidiano francese Le Parisien, il primo allarme scattato alle 18:20 di lunedì 15 aprile per il rogo sarebbe stato ignorato a causa di un bug informatico. Secondo quanto riferito da due agenti della sicurezza, ascoltati dalla polizia, il focolaio era sì stato localizzato alla base della guglia, dal lato Senna, ma sono stati indirizzati verso un punto sbagliato da un errore nel sistema. Dopo il sopralluogo seguito al primo allarme, il responso era stato chiaro: non c'era nulla di anomalo nella chiesa. Il sacerdote che stava celebrando la Messa ha continuato indisturbato mentre per precauzione erano stati fatti evacuare i primi turisti. L'origine delle fiamme è stata dunque trovata molto più tardi, circa 20 minuti dopo, alle 18:43, quando è partita la seconda allerta. Un lasso di tempo, questo, prezioso che avrebbe probabilmente potuto evitare che si propagassero al resto della struttura, provocando il crollo del tetto, della guglia e di parte della navata centrale.

C'è ancora il rischio di crolli

Tuttavia, anche se il peggio è stato scongiurato, evitando il collasso dell'intera struttura, ci sono ancora forti preoccupazioni per il rischio crolli a Notre Dame. Secondo il comandante dei pompieri, Gabriel Plus, "c'è una minaccia sulle ghimberghe", cioè i frontoni triangolari sui lati della cattedrale che una volta venivano sorretti dal tetto e che ora sono a cielo aperto. "Non si reggono più sul tetto, ma si reggono su loro stessi, sono quindi esposti al vento. Per questo motivo bisogna togliere del peso". Secondo il parere di alcuni esperti, le ghimberghe potrebbero dunque essere in parte rimosse, per evitare che il loro crollo crei ulteriori danni, soprattutto al prezioso rosone.

Il punto sulle indagini

Intanto, proseguono le indagini per cercare di ricostruire la dinamica di quanto successo. Il procuratore di Parigi, Rémy Heiz, continua a sostenere che la pista privilegiata al momento è quella dell'incendio accidentale: è stato un incidente ed è cominciato al livello del cantiere di restauro, dove si lavorava ancora all'allestimento dei ponteggi in cui sono coinvolte 5 imprese che partecipano al grande progetto di restauro della cattedrale che sarebbe dovuto durare anni e dal valore totale di 150 milioni di euro. Il fuoco, partito dal sottotetto in legno, si sarebbe propagato rapidamente al resto della struttura. Secondo alcune fonti, che tuttavia devono ancora trovare conferma, ci sarebbe stato un problema proprio al livello della saldatura di un ponteggio metallico ad una trave di legno. Nell'ambito delle indagini, sono stati ascoltati già 30 testimoni . "L'obiettivo è capire cosa sia accaduto e stabilire eventuali responsabilità o mancamenti – ha detto al sito 20Minutes una fonte vicina alla Procura, secondo la quale "i lavori d'indagine saranno lunghi e molto complessi". Nel frattempo, anche gli esperti sono al lavoro, nel tentativo di stabilire una tempistica per la ricostruzione. Secondo il sacerdote rettore della cattedrale, Notre Dame resterà chiusa al pubblico per almeno 5 o 6 anni.

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