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In Siria il dittatore Assad torna in tv: “Ripuliremo il Paese dai terroristi”

Assad, dopo il caos di ieri, è tornato oggi in tv mentre riceveva l’inviato iraniano Jalili: con una scritta in sovrimpressione ha fatto sapere che la Siria continuerà a combattere contro i terroristi. E da Damasco ad Aleppo si continua infatti a morire.
A cura di Susanna Picone
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Assad, dopo il caos di ieri, è tornato oggi in tv mentre riceveva l’inviato iraniano Jalili: con una scritta in sovraimpressione ha fatto sapere che la Siria continuerà a combattere contro i terroristi. E da Damasco ad Aleppo si continua infatti a morire.

Dopo la frenetica giornata di ieri, dove in Siria diversi ministri e uomini del presidente Assad, in primis il premier Hijab, hanno voltano le spalle al dittatore rifugiandosi in Giordania, è stato proprio lui oggi ad apparire nuovamente in televisione, dopo un’assenza di almeno due settimane. Assad, infatti, non si mostrava in pubblico dallo scorso attentato ai danni dei tre gerarchi del suo regime, da quel momento la guerra è continuata senza sosta. Il servizio televisivo trasmesso dall’emittente di Stato ha mostrato Bashar al-Assad mentre incontrava l’inviato iraniano Saeed Jalili, arrivato nella capitale Damasco per discutere del caso dei pellegrini rapiti dai ribelli. Ed è dagli schermi della tv di Stato, attraverso una scritta in sovrimpressione, che il presidente Assad ha ribadito oggi la “determinazione della Siria a ripulire il Paese dai terroristi e a combatterli senza sosta”.

Il parere di Teheran sulla Siria – Jalili, da parte sua, ha fatto sapere che l’Iran crede che per la crisi siriana sia necessario il dialogo nazionale tra tutti i gruppi interni, che “le soluzioni che arrivano dall’esterno non aiutano”. Quel che avviene in Siria, secondo Teheran, non è infatti una questione interna ma una lotta tra l’asse della resistenza (anti-israeliana) e i nemici di questo asse. La scena diplomatica sembra dunque occupata dall’Iran, mentre anche dagli Usa arriva però il monito del segretario di Stato Hillary Clinton: “Il mondo deve decidere il modo per accelerare la fine del conflitto in Siria e pianificare un processo di transizione politica”. È necessario per fermare lo spargimento di sangue in atto.

Gravissimo, intanto, il bilancio delle vittime di oggi – Almeno 94 persone sono morte oggi in varie città della Siria, nell’ambito degli scontri tra l’esercito di Assad e quello dei ribelli che continuano senza sosta alcuna. L’ultimo grave bilancio è stato denunciato dagli attivisti dei Comitati di coordinamento locale in Siria, la maggior parte delle vittime sarebbero state registrate a Damasco. Ad Aleppo, invece, dopo sta avendo luogo la “battaglia decisiva”, sarebbero morte altre 22 persone, 17 a Daraa, città dalla quale sono scappati via tantissimi profughi, almeno 12 a Homs, tra cui anche alcuni bambini. E altre ancora, in diverse città siriane.

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