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In Siria continuano le violenze, giovedì oltre 300 morti

Dopo il fallimento della diplomazia internazionale gli scontri in Siria proseguono senza sosta, nella sola giornata di ieri oltre trecento vittime di cui almeno la metà erano civili.
A cura di Antonio Palma
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In Siria continuano le violenze, giovedì oltre 300 morti

Dopo il fallimento della diplomazia internazionale con il veto di Russia e Cina che ha stoppato la risoluzione Onu, nessuno più sembra poter fermare la guerra civile in Siria.  Si combatte ormai ininterrottamente da giorni anche nel centro di Damasco, attorno ai palazzi del potere Governativo, mentre in strada sono arrivati anche i carri armati. Tutta la Siria è teatro di violenti scontri a fuoco e la popolazione civile in fuga si conta a migliaia. Non mancano bombardamenti di interi quartieri popolari con elicotteri e aerei, visto che le truppe del regime continuano ad usare armi pesanti compresa l'artiglieria e dopo l'attentato che ha decapitato i vertici politico militari del Paese si attende ora una risposta rabbiosa dei lealisti.

Il peggior bilancio dall'inizio degli scontri – Secondo l'osservatorio siriano dei diritti umani nella sola giornata di ieri i morti sono stati oltre trecento, il bilancio più grave per una sola giornata fino a questo momento, prova che ormai lo scontro si fa sempre più duro e senza interruzioni. Tra le vittime sempre secondo il bilancio dell'Osdh almeno la metà sono civili, ma il bilancio potrebbe essere anche peggiore. "Di fronte all'offensiva dei ribelli a Damasco, l'esercito ha intensificato le sue operazioni" confermano dalla Ong, dunque si combatte casa per casa in zone altamente popolate con evidenti ripercussioni sulla popolazione civile e c'è già chi parla di vero e proprio esodo. Si combatte però un po' in tutto il Paese, ai confini con la Turchia i ribelli avrebbero assunto il controllo di un valico di frontiera dopo violenti combattimenti con l'esercito regolare.

La diplomazia cerca altre soluzioni – In campo internazionale la Russia nega di aver dato asilo alla moglie di Assad e conferma di non essere disposta per il momento ad accogliere il capo del regime siriano. Resta il rifiuto di accettare qualsiasi intervento armato nel Paese, neanche sotto egida dell'Onu che ha bloccato per forza di cose anche la capacità persuasoria dell'inviato Annan. Dagli Usa si dicono pronti a intraprendere nuove misure fuori dal Consiglio di sicurezza riunendo le nazioni disponibili. Anche dall'Unione europea in preparazione nuove  sanzioni alla Siria e un rafforzamento dell'embargo sulle armi che dovrebbe essere approvato la prossima settimana dal Consiglio Affari Esteri.

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