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In Sicilia nasce il nuovo governo Crocetta, è scontro nel Pd

Nella notte il Governatore siciliano annuncia il secondo governo Crocetta con sei nuovi assessori e sei conferme, ma ormai è spaccatura con l’ala cuperliana del Pd.
A cura di Antonio Palma
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Dopo settimane di tensioni e scontri politici al'interno della maggioranza, poco prima della mezzanotte il governatore della Sicilia Rosario Crocetta ha varato ieri la sua nuova squadra di governo sancendo una rottura drammatica all'interno del Pd dell'Isola. Al culmine di una tesissima giornata caratterizzata dal fallito vertice di maggioranza convocato nel pomeriggio, il presidente della Regione Sicilia infatti ha deciso di andare avanti da solo dando vita al rimpasto. La nuova giunta regionale prevede sei nuovi assessori e sei conferme. Restano al loro posto Michela Stancheris (Megafono), Nelli Scilabra (Pd), Patrizia Valenti (Udc), Mariarita Sgarlata (Pd), e Lucia Borsellino e Linda Vancheri in quota Crocetta. Tra i nuovi nomi invece Crocetta ha scelto il manager Roberto Agnello per l'Economia, e il renziano Salvatore Calleri per l'Energia, chiudono la nuova formazione Giuseppe Bruno (Pd), Nico Torrisi (Udc), Antonio Fiumefreddo per i Drs e Paolo Ezechia Reale (Articolo 4).

La nuova giunta regionale ha sancito di fatto la spaccatura all'interno del Pd siciliano una parte del quale ha già annunciato battaglia alla direzione prevista per oggi. In effetti la scelta di Crocetta è stata quella di favorire un dialogo diretto con il Pd nazionale, impersonato da Davide Faraone incaricato da Renzi di lavorare alla crisi siciliana, a discapito del Pd siciliano guidato dal cuperliano Fausto Raciti. "Su invito delle forze sociali e su impulso di Faraone sentiti tutti i partiti, ho colto le esigenze programmatiche che vengono dalla società, dai lavoratori, dal mondo degli imprenditori, guardando prima di ogni cosa ai giovani, ai disoccupati, ai deboli che rischiano di essere schiacciati dalla crisi, confermando un largo quadro di alleanze, fedele al patto politico originario" ha spiegato Crocetta, concludendo: "Da questo momento le deleghe sono politicamente azzerate, verranno discusse insieme ai partiti sulla base dell'utilizzo ottimale delle loro competenze e professionalità. La mia non è una decisione autoreferenziale, ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino più ulteriori spettacoli perché la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi".

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