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In Islanda la parità di salario è legge: uomini e donne dovranno essere pagati allo stesso modo

Da gennaio 2018 entra in vigore in Islanda una legge che impone le pari opportunità tra uomini e donne ed elimina ogni tipo di discriminazione a livello retributivo.
A cura di Charlotte Matteini
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L'Islanda ha raggiunto la piena parità di genere, anche a livello retributivo. Grazie alla legge approvata nel marzo dello scorso anno ed entrata in vigore nel gennaio del 2018, la lotta alla discriminazoone di genere in Islanda sta facendo passi da gigante. Il provvedimento appena entrato in vigore impone le pari opportunità in maniera assoluta e punta soprattutto a eliminare ogni differenza retributiva tra uomini e donne. Grazie alle nuove norme, dunque, le imprese con più di 25 dipendenti, i ministeri, le istituzioni e i dipartimenti pubblici islandesi, dunque, dovranno garantire le pari opportunità eliminando ogni genere di discriminazione di genere. Qualsiasi imprenditore o datore di lavoro che dovesse essere sorpreso a non applicare le nuove norme sarà punito con pensanti sanzioni pecuniarie. I controlli saranno affidati alla Lögreglan á Íslandi e alle autorità tributarie. L'Islanda al momento è il Paese europeo più femminista e attento alla condizione delle donne e nelle istituzioni politiche e pubbliche la mentalità anti-discriminatoria ha portato le donne islandesi a poter di fatto scalare i vertici pubblici senza ostacoli.

Quella approvata a marzo, però, non è la prima né l'unica legge a favore delle pari opportunità. Già nel 2000, infatti, l'Islanda ha iniziato a varare una serie di provvedimenti volti a diminuire le discriminazioni di genere sul territorio nazionale. La prima legge, perfezionata nel 2008, è stata la cosiddetta "act on equality and equal rights". Dopo questo primo e iniziale provvedimento, una seconda legge ha imposto alle aziende islandesi una quota rosa pari ad almeno il 40%, riservando dunque poco meno della metà dei posti dirigenziali alle donne. Nel 2006 è stato invece varato il provvedimento per l'introduzione del congedo parentale pagato pari a 9 mesi, congedo che può essere richiesto indifferentemente da padri e madri. Infine, l'Islanda ha inoltre provveduto a introdurre il divieto di prostituzione e di spettacoli degradanti per la donna come lo strip tease. In casi di violazione, i clienti, i datori di lavoro o gli sfruttatori sono considerati punibili, mentre le donne vengono definite vittime dalla normativa e non rischiano alcuna sanzione.

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