In Grecia vince il terrorismo mediatico: altro che “pro-euro”, è il metodo Goebbels
Le parole sono importanti, diceva qualcuno, e ancora più importante è tener d'occhio le conseguenze logiche che dalle parole scaturiscono. Fin dalla nascita impariamo che il mondo si regola per contrapposizioni: ad un sopra corrisponde un sotto, ad un alto corrisponde un basso, alla luce corrisponde l'oscurità e così via. Ecco quindi che, se parliamo di "partiti pro-euro", diamo per assodato – e lo fanno anche i lettori, gli ascoltatori e ogni genere d'utente – che esistano "partiti anti-euro". Se per settimane si sostiene che votare ND e PASOK corrisponde a voler restare in Europa e nella moneta unica, ça va sans dire che votare per SYRIZA e gli altri significa voler tornare alla Dracma. Chiaro no? Peccato che non sia vero. Peccato che l'unico partito – tra quelli che sono entrati in parlamento – contrario a restare in Europa e nella moneta unica sia il KKE che, proprio in virtù di questa contrapposizione, ha fatto una dura campagna anti-Syriza. Nella coalizione guidata da Tsipras ci sono diversi partiti nati per successivi processi di scissione dal KKE (entrato in parlamento con il 5%), scissione che hanno preso corpo proprio in virtù di differenze come questa. Il terrorismo mediatico che ha accompagnato la campagna elettorale greca ha fatto il suo dovere.
Persino adesso, a urne chiuse, è molto difficile trovare un quotidiano europeo che non titoli "vittoria dei pro euro", "l'Europa tira un sospiro di sollievo", "pericolo scampato". Pericolo di che? Pericolo di rinegoziare il debito di modo che non pesi sulle solo tasche dei ceti medio e basso ridotti allo stremo? Pericolo di non veder applicate a una nazione che ha già il 33% di disoccupazione, le pensioni minime a 300 euro e gli stipendi base a 420 ulteriori misure restrittive, ulteriori tasse? Pericolo che la gente smetta di suicidarsi in piazza Syntagma per disperazione? Pericolo che si cominci a erodere il denaro messo in salvo in Svizzera da lobbisti e ricconi vari? Pericolo che le mille, inutili caste che ruotano intorno allo Stato greco (costruite, alimentate da ND e PASOK e mai toccate dai tagli) comincino ad essere tagliate? Pericolo di non poter continuare il processo di svendita delle ricchezze greche – oro, gas, petrolio, isole… – agli stessi speculatori che l'hanno affossata? Pericolo di dialogo con l'Europa per la costruzione di una comunità più equa?
Eh sì perché, mentre terrorizzavano la popolazione, hanno dimenticato di dire che la sola ipotesi di una sinistra anti-capitalista al potere in Grecia aveva smosso non poche coscienze in Europa, e molti cominciavano a sussurrare che sì, in fondo le misure di austerità imposte alla Grecia potevano avere un margine di negoziabilità, che se i danni collaterali cominciano a contarsi in milioni di vite umane – forse, dico forse – la strategia può essere modificata. Hanno inoltre dimenticato di dire che – paradossalmente – è stata proprio l'accanita posizione pro-euro di Tsipras ad averne "limitato" il successo. Perché il leader di Syriza si è speso non poco nell'annunciare il desiderio di voler restare nell'euro e – a quanto pare – gli unici ad averlo capito sono quelli che vogliono davvero uscire dall'euro e che (proprio per questo) non l'hanno votato. Tsipras ha sottolineato la sua posizione persino in un articolo redatto per il Financial Times ma, a quanto pare, nulla si può di fronte a un'informazione manipolata. Nessun ragionamento, nessun fatto, nessuna analisi ponderata, nessuna realtà potrà mai vincere contro il potere della parola-ripetuta-e-diffusa.
Tra i massimi esperti del potere della parola-ripetuta-e-diffusa (processo altrimenti detto: comunicazione) c'era un uomo che, già oltre settant'anni fa, aveva capito come vanno le cose. L'uomo si chiamava Joseph Goebbels, era un nazista – e con Alba Dorata che entra ufficialmente in parlamento con il 7% e dieci deputati la citazione si fa ancor più inquietante – e professava un principio tanto semplice quanto vero: "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà Verità". Ieri notte, in Grecia, si è assistito a una di queste trasformazioni: la bugia è diventata verità e le elezioni si sono trasformate in un referendum euro sì, euro no senza che – tra i principali contendenti – ci fosse nessuno a professare il no all'euro. Neppure Alba Dorata. Il risultato? Vince Nuova Democrazia con quasi il 30%, Syriza si ferma al 26% e, con un PASOK al 12.5%, non ci saranno impedimenti per ND nella formazione di un governo di coalizione che porti avanti le stesse politiche che hanno caratterizzato gli ultimi 40 anni di governo (giacché tanti sono gli anni che hanno visto questi partiti alternarsi al potere, con le conseguenze che conosciamo). Vince il partito protagonista della truffa dei conti per l'entrata nell'euro (ma questo sembrano averlo dimenticato tutti), vince il partito delle élite, delle lottizzazioni. E forse vince proprio per questo. Infatti, al di là del terrorismo psicologico e della guerra mediatica, a questo punto è lecito chiedersi se chi vota per i partiti colpevoli dell'evidente sfacelo economico-politico non sia complice del sistema: direttamente o indirettamente poco importa, perché – ormai – non possono più esistere complici inconsapevoli; spaventati, forse, ma la paura è figlia dell'ignoranza, e neanche l'ignoranza è più perdonabile di questi tempi. Forse il livello di corruzione, lottizzazione, clientelismo è così diffuso da far sì che una grande porzione di popolazione sia ancora pronta a votare per coloro che hanno fatto detonare la bomba (già pronta) della crisi. Una cosa è certa: la piazza non resterà a guardare, la Grecia non può sopportare altre misure di austerità a danno dei soliti noti. Ci si aspettava un giugno caldo, forse il caldo slitterà a settembre, ma non è finita, anzi, è probabile che tutto sia solo all'inizio. Una vittoria di Syriza avrebbe potuto sedare gli animi e metterli in attesa di una soluzione di tipo politico, quest'opzione – adesso – non esiste più.