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Imu, la svolta di Papa Francesco: “Se un convento lavora come un hotel è giusto che paghi”

Il Pontefice: “Un collegio religioso è esente dalle imposte ma se lavora come un hotel è giusto che paghi le imposte”.
A cura di Davide Falcioni
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"Pure le congregazioni religiose devono fare attenzione alla tentazione del dio denaro. Se si guadagna nell'accoglienza bisogna pagare le tasse". Ad affermarlo è stato Papa Francesco in un'intervista a Radio Renascenca. "Alcune congregazioni – spiega il Santo Padre – dicono: ‘no, ora che è il convento è vuoto faremo un hotel, un albergo: possiamo ricever gente e con ciò ci manteniamo e guadagniamo denaro'.
Bene, se desideri questo – taglia corto Bergoglio – paga le imposte. Un collegio religioso è esente dalle imposte ma se lavora come un hotel è giusto che paghi le imposte".

Il commento di Papa Francesco è inevitabilmente destinato a far molto discutere e ad accendere le speranze di coloro che da tempo chiedono che anche la Chiesa Cattolica, proprietaria in Italia di moltissimi immobili, paghi le tasse. Sulla base del decreto del Ministero dell'Economia firmato da Padoan il 26 giugno del 2014, gli spazi organizzati "non in forma imprenditoriale" per la ricettività, come nel caso di quelle affittate  nei conventi o collegi, possono essere esenti dalle tasse sugli immobili, a condizione che ci sia "discontinuità" nell'apertura, ovvero che la struttura con si comporti alla stregua di un qualsiasi albergo e di conseguenza l'attività ricettiva non copra l'intero anno solare. L'esenzione dal pagamento delle imposte sugli immobili è valida soprattutto a condizione che quegli alloggi accolgano "destinatari propri delle attività istituzionali", quindi alunni e famiglie degli istituti scolastici, iscritti al catechismo, appartenenti alla parrocchia, membri di associazioni, e tutti coloro desiderosi di compiere ritiri spirituali.

Di recente una sentenza della Corte di Cassazione ha dato ragione al Comune di Livorno, che nel 2010 aveva spedito – attraverso l’ufficio tributi – avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell’Ici per gli anni dal 2004 al 2009 a una scuola cattolica. Secondo i giudici “poiché gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale, ‘senza che a ciò osti la gestione in perdita'”. Di conseguenza la scuola deve pagare le tasse sugli immobili. Il Comune di Livorno aveva chiesto alle scuole Santo Spirito ed Immacolata 422.178 euro.

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