La proposta shock, così era stata definita alla vigilia. Il colpo di teatro di Silvio Berlusconi dopo il milione di posti di lavoro e l'abolizione dell'ICI delle passate campagne elettorali. E che stavolta ha i contorni della restituzione dell'Imu sulla prima casa. Non abolizione, restituzione proprio. Sempre più in alto o sempre più in basso, dipende dai punti di vista. Perché quella di Silvio, più che una proposta shock, è davvero una promessa shock. Scioccante in effetti è il termine adatto. Perché in un momento in cui la crisi ha gettato nel baratro milioni di cittadini europei, costretto i governi a sanguinose manovre, portato la disoccupazione a livelli massimi, i consumi a picco, era lecito attendersi un maggiore senso di responsabilità e serietà da parte della politica. Anche, anzi soprattutto in campagna elettorale. Perché c'è qualcosa di peggio dell'incapacità di governare (di chi ha guidato l'esecutivo per 9 degli ultimi 12 anni, tra l'altro). C'è qualcosa di peggio del disastro dei conti pubblici e degli sprechi della politica. Ed è il continuo mentire agli italiani. La volontà di illuderli, di alzare ancora l'asticella delle promesse, di spingerli, costringerli a sperare in un futuro dorato. Quando invece avrebbero solo diritto ad un presente dignitoso. Silvio Berlusconi (e non solo, basta leggere le ultime promesse…) avrebbe la responsabilità morale e politica di non illudere ancora gli italiani. E dovrebbe sentire il peso di parole improvvide ed inadeguate. Ma mai condizionale è più adatto, di fronte alla speranza, quella sí concreta, di raccattare qualche voto "della disperazione". Con buona pace della dignità degli elettori, ai quali si continua a nascondere la verità. E, purtroppo, non parliamo solo di Berlusconi…