Immigrazione, l’UE prolunga Triton: ma l’operazione non servirà a salvare vite umane
L'Operazione Triton verrà prolungata: lo ha stabilito la Commissione Europea, annunciando il potenziamento della sua assistenza a favore dell'Italia per fronteggiare la pressione migratoria nel Mar Mediterraneo. La Commissione ha anche elargito fondi per un totale di 13,7 milioni di euro. "L'operazione congiunta di Frontex Triton sarà prorogata almeno fino alla fine del 2015," spiega una nota dell'Esecutivo Ue, sottolineando che l'operazione sarebbe dovuta durare "solo pochi mesi". Inoltre "la Commissione europea ha erogato all'Italia 13,7 milioni di euro in finanziamenti di emergenza attingendo al Fondo Asilo, migrazione e integrazione," si legge nella nota che precisa che si tratta di fondi aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati.
Il prolungamento dell'operazione Triton arriva a 10 giorni dall'ennesima strage di migranti: lunedì scorso, infatti, è stata recuperata a Lampedusa un'imbarcazione con 29 morti, ma le testimonianze dei sopravvissuti hanno dimostrato che le vittime sarebbero state verosimilmente non meno di 300. La tragedia ha riaperto la discussione sulla gestione degli sbarchi sia da parte delle autorità italiane che di quelle europee, puntando in particolare sulle funzioni di Triton e dell'operazione che l'ha preceduta, Mare Nostrum. Ma quali sono le differenze principali tra le due?
Le differenze tra Mare Nostrum e Triton
Triton ha preso il via il primo novembre del 2014 sostituendo tutte le altre operazioni attive nel Mediterraneo: è finanziata dall'Unione Europea con 2,9 milioni di euro al mese, quasi due terzi in meno di quanti ne erano destinati alla sola Mare Nostrum. A differenza di quest'ultima, inoltre, prevede il pattugliamento delle acque internazionali solo fino a 30 miglia nautiche dalle coste italiane, a dimostrazione che la sua funzione principale non è quella di prestare soccorso alle imbarcazioni piene di migranti, bensì di controllare la frontiera. Il prolungamento di Triton da parte della Commissione Europea dunque sembrerebbe non essere mosso da ragioni umanitarie, anche perché in tal senso l'operazione "non è all'altezza", per stessa ammissione del commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks. Anche Laura Boldrini, presidente della Camera ed ex portavoce dell’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati, di fronte all'ultima strage di migranti ha affermato: "Non si può non prendere atto che l’operazione Triton è inadeguata".
Dichiarazioni che la dicono lunga sul livello di cinismo delle istituzioni europee, alle quali le vite umane sembrano importare poco o nulla. Un cinismo che tuttavia anche la politica italiana ha adottato chiudendo l'operazione Mare Nostrum, iniziata il 18 ottobre del 2013 dopo la strage di migranti di 15 giorni prima, quando a largo di Lampedusa morirono 366 persone. Mare Nostrum si fondava su due pilastri: la salvaguardia delle vite in mare e la lotta a coloro che lucrano sulla pelle dei migranti. L'operazione ha visto la partecipazione di marina Militare, aeronautica, Guardia di Finanza, carabinieri e Capitaneria di Porto e sulle navi erano presenti funzionari degli uffici immigrazione, che procedevano all'identificazione dei migranti direttamente a bordo. Le navi si spingevano fino ai confini delle acque internazionali, garantendo una penetrazione di gran lunga superiore rispetto a Triton. Il costo dell'Operazione Mare Nostrum era di 114 milioni di euro: una cifra intorno a cui si è giocata una partita disgustosa a colpi di slogan, come se il salvataggio di vite umane non valesse un importante impegno economico. Eppure i risultati di Mare Nostrum, almeno stando a quanto dichiarato il 16 ottobre alla Camera da Angelino Alfano, erano stati positivi: 100mila migranti tratti in salvo, 9mila dei quali minorenni, e 500 "scafisti" arrestati.
Cosa stia accadendo in questi giorni oltre le 30 miglia nautiche in cui agisce l'Operazione Triton nessuno può dirlo, ma non è improbabile che l'esplosione di ulteriori violenze in Libia abbia amentato il numero di partenze verso l'Europa. Ma quanti dei migranti salpati giungono a destinazione ancora vivi? Gil Arias, vicedirettore dell'Agenzia Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) ha chiarito una volta per tutte la posizione di Bruxelles: "L'obiettivo di Triton – ha dichiarato al quotidiano El Diario – è quello di ostacolare l'immigrazione clandestina. L'operazione non ha lo scopo di salvare vite umane". Più chiaro di così…