Immigrazione: continuano gli sbarchi a Lampedusa mentre l’Ue resta in sordina
Non conoscono tregua le coste dell'estrema isola siciliana e l'emergenza immigrazione può dirsi tutt'altro che risolta. Soltanto qualche giorno di calma, tant'è che Lampedusa poteva dirsi svuotata, e gli sbarchi sono proseguiti a pieno ritmo. Gli ultimi sbarchi a Lampedusa sono avvenuti questa notte, quando a largo della coste siciliane sono stati intercettati due barconi con a bordo rispettivamente 98 e 128 persone. Un numero piuttosto esiguo se confrontato con le diverse migliaia di migranti presenti sull'isola nelle scorse settimane.
Eppure il centro di accoglienza presente a Lampedusa è già in emergenza: con l'arrivo di questa notte ci sarebbero all'incirca 1500 clandestini sull'isola, di cui circa 200 nella base Loran. Si tratterebbe di rifugiati libici che verranno presto trasferiti presso strutture d'accoglienza sulla terraferma. Differente il discorso per i tunisini; durante l'ultima visita di Berlusconi a Lampedusa il premier ha fatto sapere che oggi dovrebbero cominciare i rimpatri in Tunisia tramite ponte aereo.
Una decisione necessaria a detta del premier, perché solo in questo modo si potrebbe far leva sul "fattore psicologico" e scoraggiare nuovi arrivi. Pare infatti che la soluzione all'allarme immigrazione possa essere soltanto il blocco preventivo dei clandestini sulle coste africane. In effetti, venerdì Maroni è uscito fuori sconfitto dall'incontro con il suo omologo transalpino Gueant rendendosi protagonista di un mal celato dietrofront: dopo giorni di tensione fra Italia e Francia sulla questione immigrazione, la Francia è rimasta ferma sulla sua posizione per ciò che concerne i permessi temporanei e bloccherà alla frontiera i migranti col permesso italiano.
La situazione diventa spinosa e intanto arriva la reazione delle istituzioni europee all'emergenza, dopo l'assenza di queste settimane. La commissaria dell'Unione, Cecilia Malstrom, in una lettera al Ministro Maroni ha scritto:
Al momento non sussistono le condizioni per attivare la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea. La mia prima valutazione mi porta infatti a nutrire dubbi sulla sussistenza delle condizioni di applicazione di tale direttiva nel caso di specie. In effetti, come spesso è stato indicato da parte italiana, i migranti irregolarmente entrati sul territorio italiano sono nella stragrande maggioranza migranti economici, non richiedenti asilo, quindi suscettibili in tempi brevi di essere rinviati in Tunisia. La direttiva sulla protezione temporanea intende invece tutelare gli sfollati provenienti da paesi terzi che non possono ritornare nel paese d'origine.
Una reazione dura che però non convince e sono in molti ad attribuire questo lassismo istituzionale alla scarsa credibilità dell'Italia nel contesto europeo, oltre che internazionale. Queste le parole dell'europarlamentare David Sassoli: "Il presidente del Consiglio mette in discussione l'UE pur di non ammettere il suo fallimento. E' bene ricordare che 19 dei 27 paesi europei sono governati dal centrodestra e il governo italiano non riesce a dialogare con nessuno."