Ilva, sono 942 i lavoratori in esubero con lo stop dell’altoforno 1

La Procura ha imposto all’Ilva di Taranto un ultimatum che la costringe a fermare gli impianti sotto sequestro entro cinque giorni dalla notifica (entro, cioè, il prossimo 11 ottobre) e lo stabilimento ha risposto affermando che l’altoforno 1 sarà spento entro fine novembre (si tratta dell’impianto più vecchio e per il quale l’Ilva aveva già programmato il rifacimento). L’ha annunciato ieri Adolfo Buffo in conferenza stampa assicurando che tutte le attività prescritte sono state realizzate e comunicate ai custodi giudiziari: l’incarico per spegnere l’impianto è stato affidato alla società Paul Wurth che si occuperà anche del progetto per ricostruirlo. E con lo stop dell’altoforno 1 dell’Ilva e delle batterie 5-6, il presidente Bruno Ferrante ha previsto un esubero di 942 unità lavorative.
Nessun impatto negativo sui livelli occupazionali – Ferrante ha parlato di questa cifra in una lettera di accompagnamento alla nota sullo stato di esecuzione delle disposizioni dei custodi giudiziari, lo stesso presidente ha affermato che tali lavoratori saranno completamente ricollocati o utilizzati in maniera differente nello stesso stabilimento di Taranto. Insomma, secondo i piani del presidente dell’Ilva, è possibile attuare le prime misure per lo stabilimento “senza che vi siano impatti negativi sui livelli occupazionali”. Intanto, secondo quanto affermato ancora ieri dal direttore Buffo, serviranno tempi più lunghi per fermare l’altoforno 5, il più grande d’Europa: nei piani dell’Ilva potrà essere spento entro il primo luglio 2015 per ricostruirlo entro la fine dello stesso anno. Tempi che chiaramente contrastano con l’arresto immediato chiesto dalla magistratura.