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Ilva, sequestrato l’altoforno 2 dopo la morte di un operaio

L’Ilva deve pianificare le manovre di fermata dell’altoforno 2 ma anche decidere se rimanere un attività con un solo altoforno oppure fermarlo perché con un solo impianto il siderurgico non può lavorare, né garantire sicurezza all’area di fusione.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Taranto ha disposto il sequestro preventivo senza facoltà d'uso dell'altoforno 2 dell'Ilva, il reparto in cui lo scorso 8 giugno è stato investito da un getto di aria bollente un operaio di 35 anni, Alessandro Morricella, morto dopo quattro giorni per le gravi ustione riportate sul 90 per cento del corpo. Custode dell'impianto sarà Barbara Valenzano, già custode giudiziario degli impianti dell'area a caldo nominata dal gip Patrizia Todisco nell'inchiesta sfociata nell'arresto dei vertici dell'Ilva. Lo stabilimento di Taranto è dunque chiamato a pianificare le manovre di fermata dell'altoforno 2 ma anche a decidere se rimanere un attività con un solo altoforno, il 4, oppure fermarlo perché con un solo impianto il siderurgico non può lavorare, né garantire sicurezza all'area di fusione. Dopo aver incontrato ieri sera i sindacati per un primo punto di situazione, l'Ilva ha dato appuntamento per questa mattina alle organizzazioni dei metalmeccanici per comunicare le sue decisioni. “C’è molta preoccupazione in fabbrica perché il momento è delicatissimo. Sia per gli aspetti di sicurezza, che di tenuta del siderurgico”, ha detto Vincenzo Castronuovo, della Fim Cisl di Taranto, che ha così sintetizzato il pensiero dei sindacati metalmeccanici a poche ore dal sequestro ordinato dalla Procura.

Lacrime e rabbia ai funerali dell’operaio – L’operaio morto nello stabilimento di Taranto lascia la moglie e due figlie di sei e due anni. Ai suoi funerali hanno partecipato migliaia di persone e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato una corona di fiori, posta ai piedi della bara. “Mentre salutiamo il nostro fratello, elevo la mia supplica accorata al Padre – ha detto l’arcivescovo di Taranto durante le esequie – perché illumini le coscienze specie di chi ha responsabilità: mai più morti bianche. Non ci sono dati statistici, anche i più ottimistici, che potranno mai rincuorarci sulla sicurezza sul lavoro, quando anche uno solo dei nostri fratelli o delle nostre sorelle perde la vita mentre è sul posto di lavoro”.

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