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Ilva, la sentenza del Riesame: “Sì al sequestro per risanare gli impianti”

I giudici del Riesame confermano il sequestro dell’impianto di Taranto, per la messa a norma e non per la chiusura. Tre dei dirigenti Ilva restano ai domiciliari, scarcerati gli altri.
A cura di Susanna Picone
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I giudici del Riesame confermano il sequestro dell’impianto di Taranto, per la messa a norma e non per la chiusura. Tre dei dirigenti Ilva restano ai domiciliari, scarcerati gli altri.

È arrivata la sentenza del tribunale del Riesame di Taranto relativa al caso Ilva, il gigante siderurgico al quale i giudici avevano messo i sigilli. I giudici del Riesame si erano riuniti già venerdì scorso e oggi è stato confermato quanto deciso dalla magistratura. Sì, dunque, al sequestro degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto, un sequestro finalizzato al risanamento dello stabilimento e non alla chiusura degli stessi. Viene concessa, dunque, la facoltà d’uso degli impianti ma solo per l’adeguamento dei sistemi alle norme anti-inquinamento. Per quanto riguarda gli otto fermi tra i dirigenti dell’acciaieria vengono confermati gli arresti domiciliari per Nicola Riva, Emilio Riva e Luigi Capogrosso, mentre gli altri cinque dirigenti tornano in libertà. Si tratta di Andelmi, D’Alò, De Felice, Di Maggio e Cavallo.

Ferrante nuovo custode giudiziario – I giudici del Tribunale del Riesame hanno inoltre nominato il presidente Ilva Bruno Ferrante, che proprio ieri aveva espresso il suo parere sulle scelte della magistratura, come nuovo custode giudiziario dello stabilimento. Per le procedure tecnico-operative resta la nomina dei tre ingegneri scelti dal gip, Ferrante invece sostituisce il commercialista nominato per i compiti amministrativi. Stamane era intervenuto sul caso Ilva anche il Ministro dello Sviluppo Corrado Passera secondo il quale chiudere lo stabilimento equivale a non riaprirlo più, un grave danno insomma per la Puglia e per l’Italia.

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