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Ilva, i dati choc sui tumori a Taranto: +10% dei decessi

I dati relativi allo studio Sentieri diffusi dal presidente dei Verdi Bonelli e da Alessandro Marescotti: +12% dei tumori nell’area di Taranto, gravissimo il dato relativo ai decessi dei bambini (+35%). Ma per Balduzzi questi sono ancora numeri provvisori.
A cura di Susanna Picone
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I dati relativi allo studio Sentieri diffusi dal presidente dei Verdi Bonelli e da Alessandro Marescotti: +12% dei tumori nell’area di Taranto, gravissimo il dato relativo ai decessi dei bambini (+35%). Ma per Balduzzi questi sono ancora numeri provvisori.

Il ministro Balduzzi continua a dire che i dati sulla mortalità nel sito dell’Ilva di Taranto descritti nel progetto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità sono provvisori e saranno completati nelle prossime settimane, affermazione però smentita dal presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, e dal presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti. I due hanno infatti fornito quei dati che sarebbero stati elaborati, stampati e comunicati alla Procura già il 30 marzo di quest’anno. Dati (del quinquennio 2003/2008) che appaiono assolutamente preoccupanti, dati con i quali i Verdi accusano dunque il governo di aver voluto sottacere una verità ai cittadini di Taranto. Tumori del fegato e dei polmoni +24%, linfomi +38%, mesoteliomi +306%. Sarebbero queste le patologie spaventosamente diffuse nell’area di Taranto. Particolarmente preoccupante, lo dice Marescotti, è il dato che riguarda i bambini per i quali si registra un +35% di decessi sotto un anno di età e per tutte le cause, il dato sulle morti nel periodo prenatale è del +71%. “Si rivela un aumento del 10% dei decessi nei Comuni di Taranto e Statte per tutte le cause e del 12% per tutti i tumori”, la denuncia degli ambientalisti.

Le reazioni di Balduzzi e di Clini – Secondo Bonelli e Marescotti questi numeri sono calcolati con procedure standardizzate, per cui si fa un raffronto tra il dato di Taranto e il dato regionale. Lo studio dimostrerebbe dunque “eccessi statisticamente significativi correlabili in molti casi all’inquinamento”. E mentre Balduzzi continua a ribadire la sua tesi, c’è il ministro dell’Ambiente Clini che invece ha parlato di “troppi numeri sparati” e che ora servono dati certi. Clini ha precisato che ci sono due diverse situazioni sulle quali si sta lavorando, quello che è accaduto negli ultimi 30-40 anni e la situazione di oggi che va considerata in base ai dati attuali: “L’Ilva fino al 2010 ha avuto emissioni di diossina assolutamente importanti, ciò che stiamo cercando di fare è avere un quadro sanitario degli ultimi 40 anni e una previsione della situazione che va modificata”. Intanto ieri il presidente Ferrante ha presentato il piano che prevede un esborso di 400 milioni dell’azienda.

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