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Il voto segreto non salva Papa: la Camera dice sì all’arresto del deputato del Pdl

L’Aula di Montecitorio ha votato a favore della richiesta di arresto con 319 voti favorevoli e 293 contrari. Non è servito il voto a scrutinio segreto chiesto da Pdl e Responsabili. Nessuna sorpresa rispetto alle dichiarazioni di voto di Lega ed opposizioni a favore dell’arresto. Sconcerto e delusione tra i deputati del Pdl che parlano di una delle pagine più brutte della storia del Parlamento.
A cura di Antonio Palma
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Camera - autorizzazione a procedere per Papa

La Camera ha votato a favore dell’autorizzazione ad eseguire la misura cautelare in carcere per l’onorevole Alfonso Papa chiesta dalla procura di Napoli per associazione a delinquere, estorsione e concussione, nell’ambito dell’inchiesta sulla P4. Per il Parlamento quindi non vi è quel fumus persecutionis che impedisce un giudizio ponderato da parte dei giudici come più volte affermato dalla maggioranza. Su 612 parlamentari presenti hanno votato a favore 319 e contro 293. A nulla è valso l’intervento finale dell’onorevole Papa che, seppur non facendo nessun appello né a favore né contro il suo arresto e dicendosi disposto ad accettare serenamente qualunque voto espresso, ha puntato molto sul lato emozionale, facendo ricorso alla famiglia e ai figli: “sono turbato unicamente dal pensiero dei miei figli, di dieci e dodici anni, ai quali stanotte ho dovuto spiegare come e perché questo fine settimana potrei non tornare a casa”.

La discussione dell'Aula della Camera, dopo l'approvazione della giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di arresto nei confronti di Alfonso Papa del Pdl, era iniziata alle 16.00 con voto finale a scrutinio segreto e ha visto la partecipazione diretta dello stesso Presidente del Consiglio. Insomma il Pdl ha voluto nascondersi puntando sui voti non solo della Lega, ma anche di quello dei parlamentari delle opposizioni che, sotto il voto segreto, avrebbero potuto votare contro l’arresto. Ma a presentare la richiesta di scrutinio segreto sono stati anche i parlamentari del gruppo dei Responsabili o meglio di Popolo e Territorio, più il deputato del gruppo Misto Mario Pepe poiché non si trovavano sufficienti coraggiosi per apporre la firma. Secondo il capogruppo Moffa, che ha annunciato la richiesta, “il voto libero è quello segreto per non strumentalizzare il tema a fini politici” continuando, “il voto segreto permette alla coscienza di esprimersi” insomma la coscienza è per definizione nascosta si sa, e nel segreto dell’urna si può esprimere meglio.

La seduta è iniziata in un clima tutt’atro che sereno, in mattinata, infatti, la maggioranza aveva votato contro la posizione espressa dalla Ministro Stefania Prestigiacomo su alcune mozioni relative all'emergenza rifiuti a Napoli, andando incontro alle posizioni della Lega, evento che ha scatenato subito la reazione del Pd che ha visto in ciò un chiaro segnale di voto di scambio: “il Pdl avrebbe fatto dietrofront sui rifiuti per garantirsi la benevolenza del Carroccio nel voto di questo pomeriggio da cui dipenderà l'arresto di Papa” ha detto Franceschini. Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha respinto con sdegno l'ipotesi dello scambio dichiarando come “sui rifiuti è emersa semplicemente una valutazione diversa all'interno della maggioranza derivante da interessi territoriali diversi che sono assolutamente rispettabili”.

La Lega dal suo canto ha rigettato le accuse di ambiguità ricordando come l’astensione in Giunta sia stata fondamentale e annunciando il voto favorevole all’arresto, ricordando però che è necessaria una riforma della Giustizia che prevede anche la responsabilità civile dei magistrati. Insomma i leghisti si definiscono garantisti, proprio loro che osannavano mani pulite nel 92 come ha ricordato Maran del Pd, che nel suo intervento ha invitato Papa a chiedere lui stesso il suo arresto, come aveva fatto poco prima il senatore del Pd Tedesco nel voto al Senato.

Poco prima del voto il clima dell’Aula si è fatta più rovente con un botta e risposta tra maggioranza ed opposizioni. Da una parte Casini e Franceschini che hanno più volte chiesto a tutti di esprimersi con voto palese e dall’altra Cicchitto e Reguzzoni che hanno confermato il voto segreto. In particolare l’esponente della Lega ha attaccato duramente le opposizioni dichiarando “non abbiamo paura del voto segreto perché i nostri deputati voteranno con coscienza, sono Casini e Franceschini che non sanno cosa faranno i loro parlamentari”.

Dopo il risultato delusione e pianti nelle fila della maggioranza che hanno accolto la notizia in silenzio e abbracciando il collega, Cicchitto amareggiato dal voto ha parlato di “una delle pagine più brutte della storia del Parlamento”.

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