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Il voto anticipato non piace molto a Gentiloni e Padoan: “L’Italia ha impegni da mantenere”

Stando alle dichiarazioni rese oggi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, l’ipotesi del voto anticipato al prossimo autunno sembra non riscuotere grande successo. “Il governo è nella pienezza dei suoi poteri e ha impegni in corso che intende mantenere”, ha dichiarato il capo del Governo. “Sotto ciclo elettorale, in Italia ma anche negli altri Paesi, è molto difficile fare dei cambiamenti”, ha invece sostenuto Padoan.
A cura di Charlotte Matteini
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L'ipotesi del voto anticipato il prossimo autunno sembra piacere poco al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Il governo è nella pienezza dei suoi poteri e ha impegni in corso che intende mantenere", ha dichiarato Gentiloni, non cassando completamente l'ipotesi, ma comunque lasciando intendere di non essere poi così favorevole. Per andare al voto in autunno, infatti, che sia in settembre o che sia a ottobre, le camere andrebbero sciolte già a luglio e la legge elettorale andrebbe approvata al massimo entro fine giugno. Il Rosatellum, depositato poche settimane fa in commissione, andrebbe emendato totalmente per trasformarlo nel sistema tedesco che mette quasi tutte le forze politiche d'accordo, ma nonostante ci sia un accordo verbale tra Pd, Movimento 5 Stelle e Forza Italia, i tempi comunque difficilmente permetteranno la realizzazione dello scenario. A margine dell'incontro col premier canadese Justin Trudeau, rispondendo ad una domanda sulla legge elettorale, Gentiloni ha ribadito le parole pronunciò solo pochi mesi fa presentandosi alle Camere per la fiducia: "Ho detto molto chiaramente due cose: il governo si augurava un'intesa tra le forze politiche sulle regole del voto ma non avrebbe svolto un ruolo da protagonista. La seconda è che il governo sarebbe stato nella pienezza dei suoi poteri avendo la fiducia del Parlamento. Oggi confermo queste due cose".

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, invece, a margine di un convegno sul futuro dell'Europa, ha spiegato che "sotto ciclo elettorale, in Italia ma anche negli altri Paesi, è molto difficile fare dei cambiamenti", riferendosi alle riforme. Bisogna pensare a meccanismi politici che permettono la transizione verso istituzioni più forti, al netto dei cicli elettorali", ha poi sottolineato.

"Finora la crisi è stata troppo costosa e ha pesato soprattutto sulla disoccupazione. C'è bisogno di un passaggio più ‘dolce'. Abbiamo bisogno di meccanismi in Europa che garantiscano il lavoro e l'occupazione. È comunque Bruxelles a gestire le risorse su temi come difesa comune, terrorismo, migranti e l'Europa deve decidere che tipo di crescita vuole. La produttività in Europa in questi anni è andata calando. Dobbiamo indirizzare misure per la crescita della produttività basata sull'innovazione. Chiaramente abbiamo bisogno di una crescita inclusiva, che passa per i soggetti più deboli, come i giovani e le donne", ha proseguito Padoan. "Negli ultimi anni le crisi hanno accelerato i cambiamenti istituzionali. Questo non significa però che dobbiamo augurarci un'altra crisi, ma avere l'impulso politico per portare avanti i cambiamenti".

Secondo il commissario Ue per gli Affari economici, Pierre Moscovici, il voto italiano non sarebbe però un problema: "Le elezioni non sono un problema: siamo attrezzati per ogni situazione. L'Italia ha adottato misure di bilancio supplementari che dovrebbero permetterle di essere complessivamente conforme ai suoi obblighi previsti dal patto di Stabilità, dunque per ora riteniamo di non dare luogo alla procedura di infrazione. La Commissione Europea continuerà a seguire la situazione di bilancio di questo Paese, in particolare per il 2018".

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