Il Vaticano riconosce lo Stato di Palestina
Il Vaticano ha riconosciuto lo stato palestinese: per la prima volta in un documento ufficiale la Santa Sede parla esplicitamente di "Stato di Palestina", dopo aver aderito, tre anni fa, alla decisione dell'assemblea Generale delle Nazioni Unite in cui la Palestina veniva promosso a “stato osservatore non membro”. Per la prima volta il Vaticano fa riferimento allo Stato di Palestina abbandonando la formula utilizzata finora, quella di “Organizzazione per la Liberazione della Palestina” (OLP): si tratta di una novità di non poco conto che non mancherà di irritare Israele, anche perché è attesa per domenica prossima una visita in Vaticano del presidente palestinese Mahmoud Abbas, che incontrerà Papa Francesco prima della messa di canonizzazione di due suore nate in Palestina nell’Ottocento.
Monsignor Antoine Camilleri, capo della delegazione del Vaticano che ha partecipato alla riunione bilaterale, ha detto all'Osservatore Romano: "Il 29 novembre 2012 è stata adottata da parte dell’Assemblea generale dell’Onu la risoluzione che riconosce la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, e lo stesso giorno la Santa Sede, che ha anch’essa lo status di osservatore presso l’Onu, ha pubblicato una dichiarazione. Questa ha accolto con favore il risultato della votazione, inquadrata nei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunità internazionale, alla questione già affrontata con la risoluzione 181 del 29 novembre 1947 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la quale prevedeva la creazione di due Stati, di cui finora uno solo ha visto la luce. Si segnalava, inoltre, che si poteva rispondere adeguatamente ai problemi esistenti nella regione solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace e la stabilità nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli israeliani quanto dei palestinesi, con la ripresa in buona fede dei negoziati. Il riferimento allo Stato di Palestina e quanto affermato nell’accordo sono dunque in continuità con quella che è stata allora la posizione della Santa Sede".
Antoine Camilleri ha aggiunto: "Anche se in modo indiretto, sarebbe positivo che l’accordo raggiunto potesse in qualche modo aiutare i palestinesi nel vedere stabilito e riconosciuto uno Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini, nello stesso tempo incoraggiando in qualche modo la comunità internazionale, in particolare le parti più direttamente interessate, a intraprendere un’azione più incisiva per contribuire al raggiungimento di una pace duratura e all’auspicata soluzione dei due Stati. Questo sarebbe un bel contributo per la pace e la stabilità in una regione da tanto tempo afflitta da conflitti, e da parte loro la Santa Sede e la Chiesa locale sono desiderose di collaborare in un cammino di dialogo e di pace".