Il Vaticano è con Monti, oggi il vertice dei centristi per le liste

Passata la fase degli annunci tra bilanci di quello che è stato fatto e programmi sulla futura agenda da attuare, inizia oggi la vera sfida politica di Mario Monti con la prima riunione dei partiti che lo appoggeranno alle elezioni politiche 2013. Dalla salita in campo di Monti sarà il primo vertice ufficiale dei centristi, un appuntamento tutt'altro che simbolico visto che si decideranno le modalità operative con cui presentare le liste o la lista Monti alle elezioni del 24 febbraio. Si sta lavorando per arrivare ad una lista unica sia al Senato sia alla Camera con il nome di Monti sul simbolo, ma se nel primo caso grazie anche alla legge elettorale la possibilità appare molto concreta, per Montecitorio resta ancora molto da definire. In quest'ultimo caso infatti c'è molta più competizione tra i gruppi politici che appoggiano Monti e in più c'è la speranza di riuscire a racimolare molti più voti presentandosi con una coalizione di più liste. Ovviamente come ha precisato Casini "ci sarà spazio per tutti coloro che credono nel valore della buona politica e nell'impegno della società civile" ma al contempo "non dovrà esserci spazio per opportunisti dell'ultima ora”.

Sicuramente a questo punto un ruolo centrale avranno le composizioni delle liste su cui Monti probabilmente non rinuncerà a mettere bocca. Il professore si gioca molta della sua credibilità in questa competizione elettorale e per questo cercherà di evitare di ritrovarsi qualche personaggio scomodo in lista. Stando ai sondaggi una lista con Monti candidato Premier riuscirebbe a raccogliere tra il 17e il 20%, una percentuale che il professore stima come sufficiente per poter continuare le trattative in vista di un accordo futuro in Parlamento. Intanto il Premier incassa l'appoggio delle gerarchie vaticane con una sorta di endorsement dal parte dell’Osservatore Romano. In un articolo dal titolo “La salita in politica del senatore Monti” il quotidiano del Vaticano parla del discorso di Monti come "un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica” e spiega che è la “domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del governo uscente intende legittimamente far leva".