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Il Vaticano apre un’inchiesta sull’attico di Bertone: ecco le lettere che lo incastrano

Il cardinale non risulta tra gli indagati ma alcune lettere dimostrano che sapeva dei fondi provenienti dalla Fondazione Bambin Gesù per il pagamento dei lavori di ristrutturazione del suo super attico.
A cura di Davide Falcioni
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La Santa Sede ha confermato l'apertura di un'inchiesta per fare luce sui finanziamenti della ristrutturazione dell'attico dell'ex Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone. "Sono indagati Giuseppe Profiti e Massimo Spina", rende noto Greg Burke, il vice direttore della sala stampa vaticana, confermando quanto anticipato dall'Espresso. L'accusa sarebbe di appropriazione indebita per i due ex manager del Bambino Gesù. "Il cardinale non è indagato", precisa il portavoce riferendosi a Bertone.

L'ex presidente del Bambin Gesù accusato di peculato e uso illecito di denaro

L'accusa nei confronti di Profiti – ex presidente del Bambin Gesù – e Spina  – ex tesoriere della struttura – sono gravi e si va dal peculato all'appropriazione e uso illecito di denaro. Gli inquirenti hanno già trovato i riscontri documentali che dimostrano che i lavori di ristrutturazione dell'attico sono stati pagati dalla Fondazione dell’ospedale pediatrico "Bambin Gesù". In totale la ristrutturazione sarebbe costata 422 mila euro, soldi che come svela l'Espresso "sono stati fatturati nel 2014 non alla società italiana che ha materialmente effettuato il restauro (La Castelli Re, fallita a luglio del 2015), ma a una holding britannica con sede a Londra, la LG Concractor Ltd. Controllata sempre da Gianantonio Bandera, titolare della Castelli Re e amico personale di Bertone".

Bertone ha accettato il pagamento da parte della fondazione Bambin Gesù

La ristrutturazione della residenza privata del cardinale Tarcisio Bertone sarebbe quindi stata pagata secondo l'accusa con i fondi destinati ai bambini malati dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù. A inchiodare l'ex segretario di stato vaticano ci sono anche delle lettere firmate: l'alto prelato, che fino ad oggi ha sempre sostenuto di essere all’oscuro di eventuali finanziamenti di terzi, ha invece sempre saputo che il denaro del restauro del suo attico veniva (anche?) dall’ente di beneficenza dell’ospedale vaticano. In una di queste missive, datata 7 novembre 2013, Giuseppe Profiti offre a Bertone di pagare la ristrutturazione della sua residenza privata con il denaro della fondazione Bambin Gesù in cambio della possibilità di ospitare eventi istituzionali. Appena 24 ore dopo il cardinale rispondeva accettando ben volentieri l'offerta.

"Egregio Professore – scrive il Cardinale – la ringrazio per la lettera del 7 novembre, che mi ha inviato a nome della Fondazione Bambino Gesù. Al riguardo, come già riferito nelle vie più brevi, tengo a confermare che sarà mia cura fare in modo che la copertura economica occorrente alla realizzazione degli interventi proposti nella documentazione che allego, venga messa a disposizione della Fondazione a cura di terzi, affinché nulla resti a carico di codesta Istituzione".

Il cardinale Bertone disse: "Ho pagato di tasca mia i lavori

Eppure lo scorso novembre lo stesso Bertone aveva rispedito al mittente tutte le accuse spiegando, in una lettera al settimanale Il Cittadino, di aver pagato di tasca sua tutti i lavori: "Come risulta da precisa documentazione – fece sapere il cardinale – ho versato dal mio conto al Governatorato la somma richiesta, che si aggira attorno ai 300.000 euro, viste le pessime condizioni in cui si trovavano i locali". E ancora: "Ho saputo poi di un contributo dato dalla Fondazione Bambino Gesù al medesimo scopo".

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